La scelta di sistemare piante all’interno di abitazioni, uffici, edifici pubblici in genere è spesso guidata da esigenze di natura in prevalenza estetiche.
Da qualche anno, grazie agli studi realizzati negli Stati Uniti dal Dott. Wolverton (responsabile del gruppo di lavoro NASA), è stata sperimentata una correlazione con la prevenzione della salute: le piante assolvono un’importante azione di purificazione dell’aria presente negli ambienti chiusi degli edifici (la filtrano, purificandola, per sedimentazione e assorbimento).
Ma l’aspetto più incisivo è legato alla fotosintesi: processo che determina l’assorbimento di anidride carbonica che è sostituita con ossigeno; l’ossigeno non solo rende l’aria più pulita e adatta alla vita delle persone, ma diluisce anche le sostanze inquinanti eventualmente presenti.
Un altro processo importante è quello della traspirazione che (assieme all’assorbimento di acqua dalle radici) contribuisce a regolare l’umidità, a modificare la temperatura e a regolare gli ioni dell’aria; inoltre i microrganismi ivi presenti utilizzano le sostanze come il benzene o la formaldeide che presentano strutture molecolari molto simili a quelle dei composti riscontrati negli acidi tannici e umici disponibili in natura.
Negli ambienti confinati, dove si usano quotidianamente strumenti di lavoro come computer, fotocopiatrici, stampanti, si possono registrare livelli di inquinamento anche elettromagnetico o da esalazione di altre sostanze (inquinamento indoor) che, benché nella misura di tracce, a lungo andare possono nuocere alla salute con costi a livello economico da non sottovalutare (sick building sindrome).
Le piante provvedono all’assorbimento di composti organici volatili quali idrocarburi clorurati, aromatici e policiclici aromatici, alcani, cicloalcani, aldeidi e terpeni contenuti negli adesivi, nelle vernici, negli impregnanti e nelle resine che vengono impiegati in numerosi materiali da costruzione o l’arredamento (pannelli di legno composti, truciolati, carte, tessuti sintetici, rivestimenti plastici, isolanti e altri), ma anche nei prodotti per la pulizia e la manutenzione, insetticidi, vapori prodotti dai processi di combustione, quale il monossido di carbonio e dal fumo di sigaretta.
Tra le più indicate a svolgere azione depurativa dell’aria interna vengono segnalate le felci (eccellenti produttori di ioni negativi), Gerbera jamesonii (gerbera), Sansevieria trifasciata, Sphathiphyllum wallissi (spatifillo).
Queste ultime tre sono particolarmente efficaci contro il tricloroetilene; gerbera, sansevieria e pothos (Eppipremnum pictum) anche contro il benzene; Dracena compacta, palmetta, falangio, schefflera, banano domestico e aloe contro la formaldeide.
Mentre, sempre secondo ricerche condotte dalla NASA, le piante con maggiori proprietà depurative sono: Scindapsus aureus (pothos dorato), Peperomia argyreira, P. camerata, P. magnoliifolia, Sansevera trifasciata laurentii, Chlorophytum elatum.
Ci sono due tipi di piante che sono in grado di attenuare gli effetti delle radiazioni emesse dalla televisione e dagli schermi dei computer: il cactus e la thillanza; essi vanno posti in prossimità del lato destro del video (alla sinistra dell’utilizzatore dell’apparecchio).
Dr.ssa Agr. Brigida Spataro