Vigneti a conduzione bio: consigli per una efficace concimazione organo-minerale con componente umica

Recenti studi nel settore viticolo, eseguiti su itinerari di fertilizzazione differenziata, condotte nel corso dell’ultimo quinquennio da alcuni centri del Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e dalla Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige, hanno riconosciuto una relazione tra la concimazione organo-minerale con componente umica di acido fulvico, di acido humico e di acido himatomelanico, il potenziamento delle attività metaboliche dei microrganismi del suolo e, di conseguenza, una ottimizzazione delle produzioni anche dal punto di vista qualitativo.
Si è scoperta la corrispondenza tra vitigno e comunità microbiche ad esso associate con la possibilità di influire sui metaboliti responsabili degli aromi e le successive modificazioni indotte dalla gestione del vigneto.
Infatti attivando la componente microbiologica del suolo con preparati arricchiti, per esempio, con una componente microbiologica di Trichoderma harzianum e Bacillus subtilis si ha persino un effetto inibente contro la muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea), un fungo che attacca principalmente la vite quando la temperatura si aggira tra i 20° e i 25°, l’umidità relativa supera il 90% e gli organi delle piante restano coperti da un velo d’acqua per molte ore. La produzione di uva nei vigneti coltivati con humus stabile risulta più appetitosa e contiene anche il 30% in più di antiossidanti (secondo il test ORAC la capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno) fondamentali per combattere i radicali liberi.
La componente microbiologica del suolo, di fatto, è di fondamentale importanza poiché influisce sulle proprietà biologiche e pedologiche, regolandone tutti i processi biochimici e assicura le proprietà nutrizionali e le qualità organolettiche delle uve.
La viticoltura accademica addebita la perdita di fertilità del suolo alle colture, cioè un impoverimento della fertilità biologica del suolo del vigneto rispetto al medesimo suolo a prato, tuttavia anni di sperimentazione, permettono di asserire, che l’apporto di fertilizzanti organo minerali con sostanze umificate ai vigneti permette una maggiore resa produttiva legata a una qualità superiore delle produzioni.

Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

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