Il melograno (Punica granatum) è un genere di pianta della famiglia delle Punicaceae, a portamento cespuglioso, alta fino a 2-4 m, con foglie caduche lanceolate verde lucente, fiori rossi solitari grandi o riuniti in mazzetti all’estremità dei rami. Il frutto, dall’inconfondibile sapore, è una bacca rotonda o leggermente allunga con buccia coriacea e una caratteristica robusta corona residuo del calice fiorale.
PROPRIETA’:
Il frutto è una ricca fonte flavonoidi, potenti antiossidanti che proteggono il cuore e le arterie, nonché di acido ellagico, contenuto anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci, che provoca morte delle cellule cancerose.
Ricercatori della University of California hanno presentato i risultati del loro studio all’American Society for Cell Biology di Philadelphia rendendo noto che il succo di melograno rallenta la progressione del cancro alla prostata, può aiutare a prevenire e ridurre lo sviluppo delle cellule del cancro ai polmoni e inibisce la proliferazione delle cellule cancerogene del seno.
Seppure talvolta possa provocare fenomeni di idiosincrasia, la corteccia delle radici prelevata in primavera o in autunno, e la scorza dei frutti raccolta in autunno, ricche di tannino, tagliate a pezzetti, fatte essiccare all’aria e ridotte in polvere, utilizzate in decotto, hanno proprietà tenifughe.
Le scorze dei frutti, molto aromatiche, vengono usate per dare il gusto amarognolo al Vermouth.
TECNICA COLTURALE:
Le aree di origine comprendono l’Iran sino alla zona himalayana dell’India settentrionale e sono diffusi da sempre nel bacino del mediterranea.
Il melograno è una pianta che ama le esposizioni assolate, è arido-resistente e vive bene dove le temperature invernali sono tipiche del Mediterraneo anche se, dove il suolo è drenato e privo di ristagni, resiste sino a -10°C.: rispettando tali condizioni è straordinariamente resistente ad ogni tipo di malattia.
Al contrario in ambienti eccessivamente piovosi, soprattutto in estate, è soggetto a marciumi radicali.
Si adatta ad ogni tipo di terreno, ma per ottenere buone produzioni è necessario che il terreno sia di medio impasto e profondo.
Al Centro e al sud il periodo migliore per il trapianto a dimora delle piante con il pane di terra è compreso tra l’autunno e la fine dell’inverno, mentre nelle regioni più fredde è preferibile in primavera, avendo però l’accortezza di mantenere lo stesso punto di inserzione tra fusto e radici che aveva nel pane di terra.
Il periodo ideale per la potatura comprende i mesi di gennaio, febbraio e marzo.
La pianta ha una forte tendenza a produrre polloni radicali e costituire boschetti fitti.
Per ottenere però la forma ad alberello durante l’inverno vanno eliminati questi rami che crescono al piede della pianta, come pure i succhioni (rami che crescono sul tronco, al di sotto dell’impalcatura).
Per l’allevamento a cespuglio si sfoltisce e si effettua una leggera spuntatina a 15-20 cm da terra conservando solo le branche che formeranno i rami principali dei cespugli.
I fiori sbocciano nella zona terminale dei rami che, pertanto, non vanno potati, altrimenti non si avrà produzione di fiori e frutti.
I frutti maturano tra ottobre e novembre.
La propagazione per semina non assicura la trasmissione delle caratteristiche della pianta madre, per cui, si consiglia la moltiplicazione in primavera per talea semilegnosa o per margotta.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
Foto: http://www.nonsprecare.it/melograno-effetti-benefici-salute-proprieta-nutritive