La pappa reale, secreta dalle ghiandole mascellari delle api operaie per nutrire l’ape regina tutta la vita e le larve per sole 72 ore, è stato uno dei rimedi medicinali più antichi per stimolare il sistema immunitario dell’uomo, combattere le infezioni di Amoeba proteus e Escherichia coli B, nonché ripristinare i processi rigenerativi assenti nelle malattie neurodegenerative.
È importante consumarla fresca per conservare le sue proprietà antiossidanti e antibatteriche.
Un alveare condotto con metodo biologico o biodinamico può produrre, nei sei mesi della stagione estiva, circa 500 grammi di prodotto che, essendo facilmente deperibile, deve immediatamente essere ricoverato in un contenitore freddo.
La pappa reale italiana costa, all’ingrosso, 600 €/Kg e, ai sensi del regolamento europeo 2377/90, non deve presentare residui di antibiotici, mentre raggiunge a malapena il prezzo di 30 €/Kg quella cinese nella quale si rileva sempre, perché consentita, la presenza di antibiotici per la cura di peste americana e peste europea, contaminazioni con cloramfenicolo (classificato tossico per l’uomo); mentre quello statunitense è inquinato di tetracicline, cloramfenicolo e sulfamidici (sulfatiazolo).
A questi inquinanti si sommano i pesticidi agricoli, tossici per l’uomo, quali cipermetrina, deltametrina, dieldrin, fenvalerato e pirimifosmetil che, dal nettare dei fiori, le api, per ingestione, trasmettono ai prodotti dell’alveare. Senza dimenticare lecontaminazioni da botulino per interruzioni della catena del freddo, a causa delle enormi distanze nei trasporti.
In Italia, a causa della mancanza di una normativa che obblighi all’indicazione del luogo di produzione, vengono importate grosse quantità di pappa reale soprattutto dalla Cina, rivendute poi come prodotto made in Italy. Secondo i dati forniti dal CO.PA.IT il 90% della pappa reale venduta in Italia è da importazione, soprattutto cinese.
Bruno Pasini, fondatore dell’Associazione per la produzione e valorizzazione della pappa reale fresca italiana (CO.PA.IT), ha denunciato e fatto sequestrare dal Corpo Forestale dello Stato partite di pappa reale cinese spacciate come merce italiana per la vendita on line a colleghi apicoltori. Eppure proprio gli apicoltori italiani dovrebbero denunciare le frodi per salvaguardare la credibilità del prodotto made in Italy. Purtroppo spesso sono proprio loro o i commercianti disonesti che ri-confezionano questi prodotti dell’alveare di importazione persino in laboratori privi degli opportuni requisiti igienico-sanitari o addirittura sconosciuti alle USL.
Sull’etichetta dovrebbe obbligatoriamente essere indicato il lotto, la zona di produzione e la data di scadenza, non soltanto “prodotto e confezionato da…” e questa lacuna permette raggiri.
Tuttavia c’è un test che permette di stabilire la provenienza della pappa reale: con gli stessi lotti della pappa reale viene venduto anche il polline le cui caratteristiche sono esclusive delle zone di provenienza, e, analizzato chimicamente, è indicativo anche della provenienza della pappa reale.
Le proprietà e le indicazioni erboristiche delle piante sono riportate a solo titolo indicativo, e non costituiscono nessun tipo di consulto, prescrizione o ricetta medica.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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