E’ risaputo che vivere nel verde rende la vita felice e un’analisi della Exeter University del 2013 su 10.000 individui ha confermato che chi abita in aree ricche di prati, boschi e spazi verdeggianti riesce a contenere molto meglio lo stress ed è più produttivo.
Uno studio britannico, pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology aveva verificato come la gioia e il benessere di una vita trascorsa in un’area urbana che incoraggia l’accesso a parchi ed altre zone verdi durino più a lungo rispetto alle emozioni derivati da eventi positivi anche molto desiderati, come una promozione lavorativa, un aumento di stipendio o il matrimonio.
Del resto, da reperti archeologici di 2.000 anni fa ritrovati in Gran Bretagna è emerso che quando gli antichi romani strutturarono i centri urbani, aumentarono patologie come gotta, artriti e tubercolosi, mentre attualmente sono diffusissime obesità, malattie cardiovascolari, arteriosclerosi, e diversi tipi di tumore: malattie assenti nelle comunità tribali che vivono in perfetto equilibrio con la natura.
Il ministero dell’Agricoltura, delle foreste e della pesca giapponese già dal 1982 aveva istituito la Shinrin-yoku che consiste nell’assaporare la tranquillità dei silenzi, gli odori, i suoni, i cinguettii delle foreste respirando in modo profondo per liberare dal senso di irrespirabilità che grava su chi vive in città e ridurre drasticamente la produzione di il cortisolo, l’ormone dello stress.
Secondo una ricerca giapponese che ha preso in esame 24 centri di Shinrin-yoku, le benefiche conseguenze derivate dalle passeggiate nel verde non si contano anche in termini di energia, serenità, memoria e incremento delle difese immunitarie, grazie anche ai fitoncidi, oli essenziali del legno degli alberi che li proteggono da insetti e crittogame apportando benefici agli esseri umani (Effect of phytoncide from trees on human natural killer cell function, in Int J Immunopathol Pharmacol, vol. 22, nº 4, 2009, p. 951) (Q. Li, A. Nakadai, H. Matsushima, Y. Miyazaki, A. M. Krensky, T. Kawada, et al., Phytoncides (wood essential oils) induce human natural killer cell activity, in Immunopharmacol Immunotoxicol, nº 28, 2006), (Q. Li, K. Morimoto, A. Nakadai, H. Inagaki, M. Katsumata, T. Shimizu, et al., Forest bathing enhances human natural killer activity and expression of anti-cancer proteins, in Int J Immunopathol Pharmacol, nº 20, 2007).
Altri studi sui benefici della vegetazione boschiva sull’uomo sono stati compiti in Finlandia e negli Usa per la cura di ansia e tensione da stress.
David Yaden del Positive Psychology Center dell’università della Pennsylvania dimostra come “in alcuni studi si è calcolata la differenza fra camminare nella natura e in un ambiente urbano. Si è analizzato l’umore delle persone, lo stato di depressione o meno. In un ambiente naturale le persone sono più rilassate e meno stressate. Quando gli individui si immergono nella natura e fanno delle belle passeggiate, il loro pensiero si libera e non rimuginano sempre sulle stesse cose, tutti aspetti che si collegano agli stati depressivi”.
Ben Page, un docente certificato di questa ‘terapia nelle foreste’ che ha fondato una scuola di Shinrin Yoku a Los Angeles, illustrando questa pratica sottolinea come ‘la terapia della foresta’ potrà diventare molto popolare nel tempo“. Per i suoi numerosissimi allievi questa pratica orientale è una vera e propria cura.
Sarà solo una moda, una pratica derivata da un’importante ramo della scienza medica o rispecchia una necessità sopita che affonda nella naturale tendenza dell’uomo a essere vigoroso e felice soltanto se immerso nella natura?
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
FOTO: http://www.cosè.com/wp/wp-content/uploads/2014/07/shinrin-yoku.jpg