Partire dagli scarti della lavorazione agroalimentare e cosmetica da cui si ricava la caseina, che trasformata, diventa l’ingrediente principale con cui dare vita a una fibra naturale, antibatterica e anallergica.
E una novità nel nostro panorama del settore tessile? Non proprio.
In Italia la prima fibra di latte è nata negli anni ’30 dando vita ad un tessuto con eccezionali caratteristiche: morbidezza e resistenza.
Fu l’ingegner Ferretti che inventò la possibilità di ricavare una fibra naturale da una risorsa come le quote latte, che all’epoca erano in sovra produzione in Italia.
Ma mentre allora la scelta fu quasi obbligatoria stante l’impossibilità di importare fibre, oggi la stessa scelta può essere il punto di partenza per creare innovazione da vecchi saperi.
Il filato è leggero 15 volte in più del cotone ma anche più resistente.
Da qui parte la sfida dell’impresa toscana Duedilatte, fondata da Antonella Bellina insieme con Elisa Volpi.
Il tessuto, a differenza di altri filati, è anche idratante per la nostra pelle “perché la caseina, viva nel filato, rilascia aminoacidi sulla pelle idratandola”, spiega all’Adnkronos proprio Antonella Bellina.
E aggiunge “Noi oggi non partiamo più dal latte vaccino ma dagli scarti; per estrusione lavoriamo la caseina e con quella realizziamo il tessuto attraverso un processo ecologico”.
Ma la produzione dei tessuti derivati dal latte è diversificata. Ecco che nascono i tessuti ‘latte intero’ (100% latte); il ‘parzialmente scremato’ (filato di latte mescolato con una fibra vegetale) e il ‘latte di riso’ (filato 100% vegetale ricavato dall’amido di riso). Ma non solo. Viene prodotto anche il tessuto ‘felpa di latte’ o il denim (il ‘fiocco di latte’) e un mix chiamato ‘yogurt intero’.
Il nome è goloso e la voglia di provarne la sensazione addosso è irresistibile.
Articolo: Dr.ssa Stefania Mangiapane
Foto: Duedilatte