Le terre che ospitano coltivazioni biologiche e\o biodinamiche garantiscono l’equilibrio degli ecosistemi, un elevato grado di porosità degli strati terrosi e la stabilità strutturale del suolo che si traducono in un tasso di infiltrazione delle precipitazioni, anche eccezionali, maggiore dell’80% rispetto ai suoli lavorati in modo invasivo quale avviene con il metodo convenzionale.
Lo confermano numerosi studi scientifici pubblicati dal JKI (Julius Kühn-Institut – Bundesforschungsinstitut für Kulturpflanzen Federal Research Centre for Cultivated Plants: Crop and Soil Science, Plant Protection in Field Crops and Grassland, Plant Protection in Horticulture and Forests, Strategies and Technology Assessment, Biological Control, ecc.)
Il movimento franoso dei terreni e l’erosione dei pendii possono essere contrastati, oltre che con tecniche di ingegneria naturalistica, anche orientando le aziende agricole al mantenimento in efficienza del reticolo di drenaggio superficiale, salvaguardando anche il ruolo ecologico svolto dalle siepi e dai filari che lo fiancheggiano, ma soprattutto indirizzando e incentivando la conversione delle superfici agricole verso i metodi bio e la permacoltura.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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