La caffeina contenuta nel caffè è un alcaloide velenoso che difende la pianta del caffè dai suoi predatori distruggendo loro il sistema nervoso.
Come ogni molecola, ha una dose tossica e letale per l’uomo: circa 150 mg di caffeina per kg di peso corporeo. Il consumo di 5 tazzine di caffè espresso al giorno (400 mg di caffeina\dì) porta a una forma patologica di caffeismo con forte agitazione e palpitazioni cardiache.
Scienziati come Stephen Cheriske che per 10 anni ha studiato approfonditamente gli effetti della caffeina sull’organismo umano documentando tutto nel libro “Caffeine Blues” (trad. Depressione da caffeina), la FDA (Food and Drug Adminstration), l’Efsa(Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e la Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) che concordano econfermano il rischio cancerogeno per l’uomo relativo al consumo di caffè si basano su risultati concreti scaturiti da analisi. dati di fatto tangibili e inequivocabili.
Oltre al problema dello sviluppo di acrilamide da torrefazione, il caffè dà assuefazione: è, infatti, una droga contenente anche tossici idrocarburi aromatici policiclici e 200 acidi che il corpo deve espellere attraverso un grande dispendio di energia che viene percepita come vitalità. Il caffè contribuisce ad acidificare il sangue e sappiamo bene come sia fondamentale l’equilibrio acido-base nel metabolismo dell’uomo: regola la digestione, i sistemi escretori, le difese immunitarie e persino la respirazione (sistemi tampone per impedire che il ph del sangue oscilli troppo verso l’acidità). Quando nell’organismo gli acidi cominciano a essere troppi, possono avvelenare tessuti, organi e ghiandole; a questo punto, per tamponare e neutralizzare immediatamente l’acidità, il corpo mette in circolo i depositi basici (calcio, magnesio, potassio, ecc.) che si trovano nelle mucose, nelle ossa, nei tendini, nelle cartilagini e nei capelli (il cuoio capelluto è, di regola, il primo organo cui vengono sottratti minerali, che, non più a disposizione per alimentare i capelli, provocano alopecia): i testi di medicina definiscono questo processo “programma biologico istantaneo per la sopravvivenza” che avviene attraverso la neutralizzazione degli acidi con minerali alcalini e deposito provvisorio dei sali di risulta (acido+base: urato di calcio, lattato di magnesio, solfato di calcio) nei tessuti e organi (se non vengono espulsi quanto prima, divengono permanenti, evolvono in calcoli, cisti, artrosi, ecc.).
In particolare, il calcio prelevato dalle ossa (decalcificazione) viene rimpiazzato dalla colesterina, questa si combina con le scorie del sangue, si deposita a placche sulle pareti arteriose che perdono elasticità, si otturano e le zone non irrorate muoiono manifestando infarto, cancri, ecc.
Naturalmente tutto dipende dallo stile di vita e dalla quantità di sostanze acidificanti che introduciamo anche con l’alimentazione.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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