Cardo mariano: cibo medicina ricco di virtù e goloso

 

Il Cardo mariano (Silybum marianum) è una asteracea spinosa e rigogliosa endemica della macchia mediterranea dalla gariga fino alla zona submontana. I semi sono uno scrigno dalle proprietà terapeutiche vitali per gli uomini.

PROPRIETA’

Molto popolare nella medicina tradizionale, utilizzato come febbrifugo, riequilibratore degli estrogeni, galattogeno, antiemorragico, colagogo rigenerante le cellule epatiche danneggiate, proprietà ampiamente documentate e  verificate scientificamente, contiene, nello strato proteico esterno del frutto e nei semi, steroli, proteine, acidi linolenico e oleico, preziosi flavonolignani (fitoestrogeni) tra cui:

 la silimarina un efficace antiinfiammatorio e antibiotico in grado di inibire la produzione del lecotriene preposto alla perossiddazione dei grassi, allevia i crampi e i dolori mestruali

 la silibinina che protegge il fegato da tossine ambientali ed è un potente salvavita nella terapia standard di casi di avvelenamento daAmanita phalloides poiché inibisce i recettori delle membrane cellulari impedendo l’assorbimento delle tossine di funghi velenosi.

Entrambe esplicano attività antiossidante grazie all’azione sull’enzima SOD (Super Oxide Dismutase) disintossicante dei radicali liberi e rigenerante le cellule epatiche danneggiate con accelerato ripristino delle funzioni epatiche.

Uno studio della University of Colorado School Skaggs, pubblicato nell’estate 2011 nella  rivista Molecular Carcinogenes, ha  accertato che il trattamento con silibinina, puo arrestare la propagazione di alcuni tumori.

La moderna fitoterapia utilizza infusi di frutti e la tintura madre per macerazione dei frutti secchi in una soluzione idroalcolica a titolo alcolico di 65° per un mese.

Le radici hanno proprietà diuretiche e febbrifughe; si assumono bollite.

Le foglie e i germogli hanno sapore simile agli spinaci: si scelgono prive di spine e si consumano in insalata, stimolano l’appetito e favoriscono la digestione.

I gambi possono essere cucinati come i cavoli e le cime fiorite nei risotti danno un tocco molto originale e nutriente.

La presenza di tiramina aumenta la pressione arteriosa.

TECNICA COLTURALE

La coltivazione a scopo ornamentale, per l’affascinante fusto vigoroso, le foglie con chiazze bianche lungo le nervature e con margine spinoso. e i capolini purpurei profumati, si può realizzare in suggestivi gruppetti o formare fasce di 8-10 piante per metro quadrato, oppure in una aiuola attorno al proprio orto.

Si sviluppa rigogliosa e forte collocata in pieno sole indipendentemente dal tipo di terreno e non necessita di irrigazioni se non di soccorso se la siccità si protrae a lungo.

E’ un’erbacea biennale: nel primo anno forma una rosetta basale di foglie con foglie laterali grandi e lobate, fiorendo poi a maggio del secondo anno con uno scapo fiorale alto 1,5 – 2 metri, con al vertice dei fiori ermafroditi riuniti in grandi capolini profumati.

L’apparato radicale fittonante vigoroso riesce a dissodare naturalmente i terreni più compatti.

In piena estate maturano i frutti (acheni), provvisti di pappo che il vento e i cardellini che ne sono ghiotti, contribuiscono a disseminare.

A settembre, quando seccano i capolini e i frutti diventano neri, si procede alla raccolta con un’azione di scuotimento dei capolini.

 La propagazione può essere effettuata per semina diretta o per divisione dei rizomi (8 cm) raccolti nell’autunno del primo anno di vita della pianta, aspettando 4 giorni prima di interrarli.

 

Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

FOTO: https://joseppamies.files.wordpress.com/2016/03/cardo-mariano11.jpg

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