Cappero: guida per la coltivazione (anche in balcone)

Il cappero (Capparis spinosa) è un’antica specie officinale eliofila e xerofita, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, dove cresce spontaneo su substrati calcarei come rupi calcaree e vecchie mura, con rami striscianti o ricadenti, lignificati alla base, dai quali ogni anno germogliano nuove gemme.

Ogni cespuglio può arrivare a produrre fino a 3.000 capperi (9 kg all’anno di boccioli fiorali) l’anno e la pianta ricaccia nuovi boccioli ogni 7 giorni; di conseguenza la raccolta, rigorosamente a mano, dovrà seguire lo stesso ritmo. Un ettaro può dare rese di 15 ql di boccioli per stagione.

I frutti (bacche) sono l’alimento preferito di geghi e lucertole che così contribuiscono alla propagazione.

Il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole lo annovera tra i prodotti tipici siciliani e al Cappero di Pantelleria varietà inermis cultivar nocellara è riconosciuto l’IGP (Indicazione geografica protetta): il gusto particolare è unico.

Le proprietà aromatiche sono concentrate nei boccioli fiorali ancora chiusi raccolti in estate (più sono piccoli, tanto più sono pregiati) e macerati per uno due mesi sotto sale così da attivare processi enzimatici che conferiscono il caratteristico aroma che arricchisce insalate e caponate.

Sono commestibili anche i frutti crudi dal sapore tenue e le foglie cotte,  rimuovendo il picciolo alla cui base mostra due stipole trasformate in spine.

Da maggio a settembre sbocciano i bellissimi fiori con al centro lunghi e fitti stami  purpurei.

PROPRIETA’

I boccioli apportano vitamine (A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K, J), betacarotene, calcio, ferro, potassio, selenio, magnesio e zinco e i preziosi flavonoidi quercetina antitumorale e rutina che contribuisce a diminuire il tasso di colesterolo nel sangue e impedisce la formazione di placche nelle arterie, così come la  niacina di cui sono ricchi i germogli.

Uno studio delle università di Catania e Messina ha dimostrato importanti antiallergiche.

L’infuso della radice e della corteccia è utile per lenire i dolori reumatici e per curare la gotta e i ristagni venosi.

L’infuso della radice e della corteccia è utile per lenire i dolori reumatici e per curare la gotta e i ristagni venosi.

AVVERTENZE: fluidifica il sangue.

La crema anti-age ottenuta mescolando boccioli di cappero e miele è il segreto di bellezza delle donne africane.

TECNICA COLTURALE

Se vengono soddisfatte le esigenze primarie specifiche (esposizione assolata, terreni calcarei e asciutti), manifesta una eccellente rusticità.

La propagazione per seme non darà piante identiche alla pianta madre, per la nota variabilità genetica; deve avvenire appena dopo la raccolta delle bacche, tra dicembre e gennaio, oppure in primavera, previa trattamento dei semi in acqua calda (12 ore in acqua calda a 40°C, poi in frigorifero per 2-3 mesi, , ancora una notte in acqua calda).

Per ottenere piante identiche alla pianta madre, in primavera si prelevano talee legnose di 2-3 anni d’età, della lunghezza di 10 cm, 1 cm di diametro e 10 gemme, e si interrano in un miscuglio in parti uguali di  torba e sabbia. Una volta spuntati i germogli, si prelevano le piantine e si invasano singolarmente in vasetti di circa 10 cm di diametro o, su ampie superfici, in buche di 35 cm, distanziando le piantine in quadro a due metri di distanza, per ottenere almeno mille piante ogni ettaro.

In piena terra le radici del cappero si spingono molto in profondità, per cui se si vuole un cappereto rigoglioso sarebbe utile una buona letamazione di fondo tra gennaio e febbraio quando il terreno bagnato favorisce la germinazione e l’attecchimento; importante la pacciamatura di terra e compost per proteggerle dalle gelate.

Un consiglio: se lasciamo che le tutte le piante spontanee crescano liberamente e poi le interriamo con le prime lavorazioni (sovescio) apporteremo tanta sostanza organica a tutto beneficio dei nostri capperi. 

Quando la pianta ha raggiunto due anni di età può essere potata del secco e dei succhioni che non producono fiori, lasciando i numerosissimi rametti dell’anno che fioriranno.

Articolo e foto : Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

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