Orchidea: guida alla coltivazione. Ad ogni specie un’attenzione particolare

Le Orchidacee, superbe erbacee perenni diffuse in tutto il mondo, sono specie in via di estinzione e protette a livello internazionale negli areali dove crescono spontanee; ma si possono acquistare nei vivai.

Sono spesso autotrofe, grazie alle radici aeree che, al pari delle foglie, compiono la fotosintesi clorofilliana e si avviluppano nei tronchi degli alberi.

Le specie che, invece, crescono su un substrato terroso possono essere coltivate all’aperto nelle zone caldo-umide.

Tutte prosperano bene con temperature superiori ai 20 °C.

I fiori hanno i tre sepali superiori, tre inferiori, dei quali il labello è grande e colorato, molto attraente per gli insetti pronubi; gli organi sessuali sono nello stesso ginostermio per cui il polline può raggiungere lo stigma dello stesso fiore fecondandolo.

Le foglie lineari, carnose, spesso polimorfe, sono alterne e possono raggiungere la misura di quindici centimetri.

La riproduzione agamica si può realizzare per divisione dei rizotuberi con un coltello sterilizzato a lama larga: prima si eliminano terriccio,le foglie vecchie marroni alla base della pianta, le radici secche; si riempie il fondo del vaso (di almeno 5 cm di diametro in più rispetto al contenitore precedente) con ghiaietto, poi terriccio fertile e si coprono le radici fino al colletto con muschio.

Una specie particolarmente golosa dal profumo rasserenante è Vanilla planifolia, liana delle foreste tropicali umide che si arrampica oltre dieci metri  e produce fiori bianchi o gialli, visitati da api del genere Melipona prive di pungiglione; dopo la fecondazione generano baccelli lunghi 20 cm che a maturità esplodono liberando migliaia di semi.

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Per svilupparsi bene, la vaniglia, come la maggior parte delle orchidee, deve crescere in posizioni luminose tutto l’anno, in condizioni climatiche caldo-umide, lontano da fonti di calore diretto (seccherebbero le radici), utilizzando come supporti i tronchi degli alberi o consociate a piante alte e forti come la canna da zucchero.

L’irrigazione va effettuata nebulizzando acqua piovana o acqua che non sia calcarea, fatta decantare due giorni così che il cloro evapori del tutto.

L’impollinazione manuale si esegue di prima mattina in assenza di umidità, esercitando con un aculeo una leggera pressione per assicurare il contatto tra lo stame pieno di polline e lo stigma.

La trasformazione dei baccelli inodori in una spezia dal profumo complesso e dolcemente aromatico richiede dieci mesi di fermentazione ed essiccazione, così da sviluppare la famosa molecola vanillina ((4-idrossi-3-metossibenzaldeide) che cristallizza in superficie in efflorescenze.

La vanillina estratta dai chiodi di garofano (eugenolo),  oppure dalla resina di abete rosso, ha costi molto più bassi e copre un mercato di 13.000 tonnellate annue, a fronte delle 45 tonnellate annue di tutta la vanillina estratta dalla Vanilla planifolia.

I più pregiati baccelli della vaniglia Bourbon provengono dall’isola Reunion.

Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

Foto: http://www.vallesabbianews.it/files/magazine/img/130218vaniglia.jpg

FOTO:http://elleit.h-cdn.co/assets/15/37/original/original-25451f0-841d-11e6-a2b8-3bcc8099f5a4magazine-orchidee-orchidee-800-19219141-1-ita-it-orchidee-800-jpg.jpg

           http://bioweb.uwlax.edu/bio203/s2009/ruud_kirs/images/Vanilla%20–%20Michael%20Doss%20–%20Wikipedia.jpg

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