L’origano (Origanum vulgare) e la maggiorana (Origanum majorana), appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, sono le piante aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea per insaporire le pietanze.
Proprietà:
L’Acido Rosmarinico, decongestionante e in grado di inibire l’istamina, dà beneficio alle vie respiratorie colpite da irritazioni alla gola, bronchite, asma. Ma è molto efficace anche per le allergie.
L’ olio essenziale era, infatti, noto sin dall’antichità per la particolarità di uccidere i batteri, nonché per la prerogativa di controllare le infezioni da stafilococco.
Su “Science Daily” del 2001 è riportato uno studio della Georgetown University in cui sono provate le proprietà germicide dell’olio di origano, efficace come la maggior parte degli antibiotici.
Oltre alle sue proprietà antibatteriche, l’origano favorisce la digestione, aiuta a perdere peso e cura la cellulite.
L’origano è un’erba fragrante, ma soprattutto un’erba medicinaleche, per l’alto contenuto di Carvacrolo o cimofenolo, che conferisce all’origano il suo odore caratteristico secondo uno studio della Long Island University, interviene nell’apoptosi delle cellule tumorali nel cancro alla prostata.
Anche l’acido ursolico, i terpeni e un polifenolo, l’apigenina, arrestano l’infiammazione e l’angiogenesi, ostacolando la crescita di moltissimi tipi di tumore.
Caratteri botanici:
E’ una specie erbacea o cespugliosa poliennale che può vegetare oltre 6 anni.
Le foglie sono lanceolate, a margini lisci o leggermente dentellati, spesso pubescenti.
I fiori, bianchi-rosati-rossi provvisti di brattee bordeaux, sbocciano da luglio a settembre-ottobre, sono ermafroditi, raccolti in pannocchie alla sommità degli steli. Contengono la percentuale maggiore di olio essenziale.
L’impollinazione è entomofila ad opera, principalmente, di api e farfalle.
I semi maturano da agosto a settembre- ottobre.
Esigenze ambientali:
Cresce spontanea nei luoghi assolati e aridi fino a 2000 m s.l.m.
Si adatta a qualunque tipo di terreno anche povero, tendenzialmente argilloso e ricco di calcare, purché permeabile, asciutto e con una buona dose di sostanza organica.
Da evitare i terreni che manifestano ristagni idrici perché sono la causa della putrefazione delle radici.
In vaso va annaffiato poco e spesso quando la piantina è ancora giovane e durante la fioritura.
Propagazione:
La propagazione per seme è poco praticata per la scarsa germinabilità, perché genera colture difformi e ritarda di almeno un anno l’entrata in produzione.
La moltiplicazione per talea si effettua in giugno con talee lunghe 8-10 cm prelevate dai germogli basali non fioriferi, piantate in un miscuglio di torba e sabbia e tenute in serra fresca (circa 10°C) fino al trapianto.
Sino al primo anno si effettua un solo sfalcio delle sommità fiorite all’inizio della fioritura tagliandole con tutti i rami. Dal secondo anno è possibile fare due sfalci, uno a luglio ed uno a settembre-ottobre.
La resa il 1° anno è di 2 t\ha di biomassa fresca; dal 2° anno in poi si possono ottenere fino a 10 t\ha.
I rametti con i fiori vanno essiccati appena raccolti, il più velocemente possibile appesi a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati.
Avversità e parassiti:
In ambenti caldo-umidi può essere colpito dall’oidio.
Delle foglie si nutrono le larve di alcuni lepidotteri, come la Coleophora albitarsella.
Infine si ricorda che è anche un buon repellente per le formiche.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
Foto: