In Italia sono circa 12 milioni le persone che oggi consumano bevande vegetali, un dato in crescita del 5% rispetto al 2016.
Secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio VEGANOK sui consumi del 2018, “entro il 2024, il valore del latte vegetale e dei suoi sostituti arriverà a 34,4 miliardi di euro e i driver di spesa lato consumatore sono etica e consapevolezza sui temi legati alla salute”.
L’industria lattiero-casearia, per attrarre consumatori, continua a cavalcare l’informazione che latte, calcio e salute delle ossa siano interconnessi senza apportare il ben che minimo risultato di ricerca attendibile a sostegno di slogan (“può prevenire raffreddori e l’artrite”, “bere latte aiuta nella perdita di peso“) smentiti da 41 studi clinici randomizzati, compreso uno studio della Harvard Medical School sostenuta dall’USDA che hanno definito il latte “uno dei fattori predittivi alimentari più consistenti per il cancro alla prostata nella letteratura pubblicata.”
Più della metà della popolazione mondiale, infatti, è intollerante a latte e derivati per il semplice motivo che l’organismo umano non è predisposto per questi alimenti.
Consumare latte e derivati, si sa, ha un impatto distruttivo a catena sull’ambiente, sugli animali (negli allevamenti vengono brutalmente metodicamente uccisi i vitellini e, dopo cinque anni, le mucche stesse – http://www.holidogtimes.com/it/vitelli-pronti-a-nascere-gettati-tra-i-rifiuti-agonizzanti-nuova-inchiesta-in-un-macello-francese/#gs.IRq4_WM), per non parlare dell’effetto deleterio sulla salute dell’uomo.
Il mito del latte anche se proveniente da allevamenti biologici non ha alcun fondamento scientifico: ogni bicchiere di latte di mucca col suo carico di 60 diversi ormoni e fattori di crescita, la caseina, il lattosio, la totale carenza di magnesio (essenziale per l’assorbimento del calcio che, comunque, se si deposita e rimane nelle arterie, causa calcificazioni – Ryder KM et al, Magnesium intake from food and supplements is associated with bone mineral density in healthy older white subjects. J Am Geriatr Soc. 2005 Nov;53(11):1875-80. Pubmed 16274367), procura all’organismo acidosi metabolica che l’organismo umano compensa sottraendo calcio dalle ossa per il noto “sistema tampone” (Michaëlsson K, Wolk A, Langenskiöld S, Basu S, Warensjö Lemming E, Melhus H, Byberg L. “Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies.” BMJ. 2014 Oct 28;349:g6015: doi: 10.1136/bmj.g6015); inoltre può aumentare il rischio di cancro ovarico del 13%.
Per questo motivo si sta diffondendo tra la gente una consapevolezza crescente sui reali effetti del latte di altre specie con un orientamento preciso verso preziose fonti vegetali di calcio che non provocano acidosi metabolica, all’opposto, sono alcalinizzanti e aiutano la salute delle ossa: il latte di mandorla, il latte di cocco e il latte di riso.
Articolo: Dott.ssa Agr. Brigida Spataro e Dr.ssa Stefania Mangiapane