La difesa a basso impatto ambientale delle colture agrarie sfrutta i principi attivi estratti da vegetali poi formulati in prodotti commerciali come, per esempio, gli insetticidi a base di piretrine estratte da Tanacetum cinerarifilium, oppure preparati autoprodotti sotto forma di macerati, decotti o estratti fermentati.
In Italia, Francia e Germania è molto forte la tradizione sull’uso di piante efficaci sia per prevenire che per limitare i danni da fisiopatie e\o fitopatie delle piante coltivate, e, nonostante le principali multinazionali produttori di pesticidi riescano a inserire nel PAN persino i neonicotinoidi causa della moria delle api o ilglifosato, classificato da IARC ed EFSA come ‘probabile cancerogeno umano’, la buona pratica agricola biologica rispettosa dei consumatori, degli agricoltori e dell’ambiente vienesempre incentivata, anche attraverso diverse misure finanziarie del Psr 2014 -2020 (Sottomisura 4.4 ex misura 216, Misura 11, ecc).
D’altra parte l’incremento costante della domanda relativa al consumo degli alimenti prodotti con metodo biologico e il crescente interesse per la pratica biodinamica in agricoltura che prevede anche l’antica tecnica del sovescio con piante ad azione biocida contro nematodi e coleotteri elateridi come la senape e il rafano, ha indotto il Ministero delle politiche agricole a coordinare tutta una serie di interventi finanziari di sostegno a lungo termine.
Si rimarca, inoltre, che, mentre i pesticidi di sintesi contengono singoli principi attivi contro insetti, crittogame o erbe spontanee con azione non sono selettiva (falcidia anche la microfauna che porterebbe benefici alla piantagione), gli estratti vegetali, sebbene non abbiano la stessa velocità di azione di un repellente chimico, offrono sinergie molecolari complesse che agiscono rinforzando le piante o diminuendo la popolazione di parassiti o disincentivandola grazie a mirate consociazioni per permettere al normale equilibrio di ristabilirsi.
Sterminare un parassita con un pesticida, infatti, non assicura che questo non riappaia nuovamente l’anno seguente, anzi, la generazione successiva sarà più resistente a quel tipo di formulato e le piante coltivate ancora più incapaci di difendersi da sole contro altri eventuali predatori che dovranno essere combattuti con altri veleni più potenti, sterminando il prezioso microbiota (batteri, attinomiceti, funghi decompositori in grado di trasformare e produrre humus, colloidi, antibiotici ecc.) e tutti gli altri esseri che avrebbero contribuito a difenderle. Non bisogna, quindi, concentrarsi sull’eradicazione di un parassita, ma pianificare strategie finalizzate a riequilibrare l’ecosistema nel suo insieme.
Sono numerosissime le piante da provare il cui estratto può beneficiare altre colture e vari i modi di estrarre i principi attivi, come macerati, decotti o estratti fermentati.
La felce maschio (Dryotteris filix-mas) e la felce aquilina (Pteridium aquillinum) ricca di potassio, utili in macerati e decotti si spruzza direttamente sulle piante contro cocciniglie, afidi e pseudoccocidi, mentre, sparso sul terreno, è utile contro le lumache.
Macerato, infuso o decotto di tanaceto (Tanacetum vulgare) sono insetticidi contro l’antonomo, l’acaro della fragola, il verme del lampone, l’acaro della mora, la tendredine, la ruggine e l’oidio.
I decotti si preparano lasciando in ammollo per 24 ore un chilogrammo di pianta fresca tagliuzzata (100/200 gr. se secca) in 10 litri di acqua lasciata decantare per almeno due giorni, così che evapori il cloro, ad una temperatura di 16\25°C e con pH compreso tra 5 e 7; se il pH risultasse acido basterà aggiungere cenere di legna, mentre se alcalino si diluirà in aceto di vino (250cl in 30 litri di acqua per abbassare di un punto il pH dell’acqua). Si lascerà sobbollire per mezz’ora a fuoco lento con il coperchio per evitare che le essenze volatilizzino e, una volta raggiunti 20°C, si filtrerà e si irrorerà entro un paio d’ore perché dopo inizierà a fermentare generando quello che viene definito estratto fermentato.
Il decotto di consolida (Symphytum officinale) agisce come insetticida e fungicida, mentre quello di equiseto (Equisetum arvense) in copertura irrobustisce i tessuti verdi rendendoli poco aggredibili dagli afidi e da altri insetti.
Estratti fermentati
Gli’estratti fermentati hanno bisogno di quindici giorni di fermentazione a 18/20° in un luogo tiepido, all’aperto, lontano dal sole diretto, per essere prontoi allorquando, rimuovendo il preparato, non si formerà più schiuma in superficie; dopo 5 giorni di fermentazione, un pugno di foglie di (Salvia Officinalis) ogni 10 litri d’acqua attenuerà l’odore. A questo punto si filtrerà il tutto per evitare che imputridisca e si conserverà in recipienti ben chiusi, conservati in un luogo fresco per non oltre 7 giorni.
Operando a temperature più elevate di 25°C si verifica una seconda fermentazione che depotenzia il preparato.
- L’estratto fermentato di equiseto (Equisetum arvense) (raccolto in estate al culmine dello sviluppo vegetativo), usato per irrorazioni su terreno o vegetazione (100 l/ha al 5-10% di concentrazione) durante tutto l’anno ad eccezione del periodo invernale, ha azione preventiva contro lo sviluppo di funghi, data l’elevata concentrazione di silice e sali solforici; rinforza lo sviluppo dei frutti e, irrorato più diluito con un nebulizzatore sulle foglie dopo il tramonto, rinforza le piante.
- L’estratto fermentato di consolida (Symphytum officinale), molto proteico e ricco di potassio, stimola la crescita delle piante e rafforza la resistenza nei confronti dei principali parassiti.
- L’estratto fermentato di ortica (Urtica urens e Urtica dioica) è antiparassitario , insetticida (anche preventivo) contro afidi e ragnetto rosso, nonché fertilizzante naturale; usato al momento del trapianto stimola lo sviluppo radicale e vegetativo delle piante.
- L’estratto fermentato di salvia (Salvia Officinalis) diluito al 10% ha azione fungicida contro la peronospora della patata e del pomodoro. Quello di calendula sotto forma di fertirrigazione rinforza e rinvigorisce pomodoro, cavolfiore e tutte le ortive.
- L’estratto fermentato composto da felce, ortica e consolida è un potente insetticida e remineralizzante.
- L’estratto fermentato di femminelle e foglie fresche di pomodoro è utile contro le cavolaie. Si tritano 50 grammi di foglie e getti di pomodoro fresco e si mettono a bagno in 1,5 lt di acqua; si lascia macerare per tre giorni, si filtra e lo si utilizza non diluito.
Se utilizzati nel terreno, per allontanare larve o nematodi, non occorre filtrare e si possono tranquillamente spargere anche i residui tritati.
Gli infusi, più blandi dei decotti, si preparano immergendo, per esempio, le piante di lavanda e menta tagliuzzate in acqua fredda, portandola ad ebollizione e lasciando raffreddare, quindi si procede al filtraggio e si spruzzano per un’azione repellente insetticida.
La consolida sotto forma di infuso libera i suoi principi attivi antiparassitari e stimolanti utili nel trattamento della peronospora della vite.
L’infuso di aglio, dall’odore forte e penetrante, tiene lontani acari, afidi e tignole; è efficace anche contro le malattie fungine come la peronospora. Se viene distribuito nel terreno contro alcuni tipi di nematodi o\e per allontanare larve, non occorre filtrare e si possono tranquillamente spargere anche i residui tritati.
I macerati, ad azione fungicida, si prepara lasciando in ammollo per 24 ore un chilogrammo di pianta fresca tagliuzzata (100/200 gr. se secca) in 10 litri di acqua. Durante la macerazione, il recipiente deve rimanere senza coperchio, poi si filtra e, senza diluirlo, si spruzza non oltre le due ore.
Il macerato di ortica (Urtica urens e Urtica dioica) favorisce la crescita delle piante, stimola lo sviluppo delle radici e arricchisce il terreno
Il macerato di equiseto, nel periodo primaverile-estivo, è usato nella lotta preventiva contro qualsiasi fungo patogeno ed è un valido insetticida contro afidi, cocciniglia e ragnetto rosso.
Il macerato di femminelle e foglie fresche di pomodoro risulta utile anche contro l’altica, le larve di lepidotteri, gli afidi, la tignola del porro e la tipula.
Quelli elencati sono solo alcuni esempi, ma la sperimentazione in tale ambito va ancora più approfondita per studiare l’impiego innovativo delle piante officinali e aprire nuove prospettive.
Articolo e foto: Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
Foto: nonsprecare.it