Al supermercato o al negozio di specialità gastronomiche ci possiamo trovare a dovere scegliere tra olii evo a basso prezzo, con diciture poco chiare o troppo piccole o dove non è indicata né la varietà né la provenienza.
Prima di abbandonare questa “caccia al tesoro”, affidandovi al frantoio più vicino, ecco alcuni suggerimenti su come comportarsi quando vi trovate di fronte l’imminente scelta di un olio di oliva di qualità.
L’olio non è solo l’alimento che caratterizza la dieta mediterranea, ma è frutto di ricerca, passione e tenacia.
La vocazionalità e il rispetto dell’ecosistema ed il connubio con le antiche tradizioni colturali danno vita ad un olio dalle proprietà organolettiche uniche.

Un olio extravergine di oliva possiede caratteristiche peculiari di prim’ordine: acidità massima dello 0,6%, densità media, bassa percentuale di grassi che ne portano il punto di fumo ad oltre 200 gradi.
Inoltre, deve essere sottoposto a controlli organolettici e di identificazione del titolo in acido oleico. La molitura deve avvenire immediatamente dopo il raccolto perché, quando vengono accatastate per giorni prima di essere lavorate, come accade ai produttori che devono prenotare la molitura al frantoio e tardano anche due settimane, le olive vanno incontro a pre-fermentazione e irrancidiscono; così anziché fornire tutte le proprietà nutrizionali, il potenziale di tossine che si sviluppa è nocivo per la salute.

Come orientarsi tra oli extra vergine di oliva venduti a pochi euro al litro sugli scaffali dei supermercati o venduti sfusi?
L’olio che nasce da terre con una speciale vocazione, sono frutto di mani salde e sapienti, che sanno governare una tradizione millenaria, riconosciuta attraverso il marchio DOP o IGP a seguito del rigoroso rispetto di un disciplinare contenente norme in materia di coltivazione, raccolta e confezionamento, che tutela e protegge dalle contraffazioni in tutta Europa.

Il costo dell’olio evo italiano di qualità non deve demotivare l’acquisto, vista la facilità con cui è possibile contraffare l’olio extravergine tagliandolo con olio straniero di scarsa qualità per venderlo a prezzi stracciati al consumatore medio, ormai assuefatto agli oli di scarsa qualità della grande distribuzione o acquistati sfusi. Spesso si tratta di un blend di oli italiani, comunitari ed extracomunitari con difetti organolettici di riscaldo e poco salutari.
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A cura di Stefania Mangiapane

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Foto: pexels.com