Verde urbano: nuove tecniche di impermealizzazione dei giardini pensili e delle strade

Il 16 febbraio 2013 è entrata in vigore la legge nazionale 10/2013: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, affinché il prossimo sviluppo dei contesti urbani avvenga in accordo con i princìpi del protocollo di Kyoto, in modo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e dei cittadini e nella piena consapevolezza e conoscenza del proprio patrimonio verde. L’importante ruolo che gli alberi, in particolar modo, rivestono nel controllo delle emissioni, nella protezione del suolo, nel miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e della vivibilità delle città, rende strategica per qualsiasi amministrazione comunale la conoscenza dettagliata del proprio patrimonio arboreo.
La legge in questione ha lo scopo di definire un quadro di obiettivi e strumenti per migliorare la componente verde dei comuni, attraverso l’introduzione di alcune norme urbanistiche e la messa a sistema di iniziative di promozione, tutela e valorizzazione degli elementi verdi del territorio.
La Legge 14 gennaio 2013, n. 10 prevede l’obbligo per gli Enti locali di incrementare gli spazi verdi urbani e le cinture verdi, e di adottare misure volte a favorire l’assorbimento delle polveri sottili e ridurre l’effetto “isola di calore estiva”, di verificare le azioni poste in essere e di proporre un Piano nazionale per la realizzazione di aree verdi permanenti intorno alle maggiori città e filari alberati lungo le strade.
Il ruolo della vegetazione nella città è di straordinaria importanza in quanto riduce la temperatura grazie all´energia che assorbe per effettuare la traspirazione e la fotosintesi, aumenta l´umidità relativa dell´aria, riduce la radiazione solare sino all´80%, permette un movimento continuo dell´aria, evitando la formazione di smog e fissa le polveri sottili.
Si può sfruttare ogni superficie possibile per incrementare spazi verdi in campagna e soprattutto nelle aree urbane; persino i tetti sino al 30% di pendenza possono essere utilizzati impiegando apposite membrane alveolari e un giardino pensile estensivo con erbe e succulente non graverà sulla portata del pavimento.
Infatti l’inverdimento orizzontale sui tetti di case, palazzi e complessi pubblici, scuole e ospedali, se ben progettato, risulta pressoché autosufficiente in fatto di acqua e nutrienti. Gli eventuali rischi di impermealizzazione e irrigazione sono superati avvalendosi di sistemi innovativi che mettono al sicuro da perdite idriche anche scegliendo essenze rustiche e\o xerofite.
Strade e tetti del futuro potranno essere più resistenti alle avversità atmosferiche e, soprattutto, saranno più rispettosi dell’ambiente grazie alla vegetazione.
I benefici, secondo urbanisti e naturalisti sono la riduzione dell’inquinamento (evitando sempre l’uso di pesticidi) e la lotta alla bolla di aria surriscaldata, aggravata dall’uso dei condizionatori.
I giardini pensili comportano, comunque, un lavoro iniziale di progettazione realizzato da esperti , mentre la parte impiantistica va’ affidata a tecnici specializzati.
Le superfici asfaltate si surriscaldano troppo, trasmettendo calore all’interno e all’esterno.
Un ricercatore di TNO, organizzazione no profit olandese, ha presentato uno studio in occasione del summit della American Chemical Society. Ted Slaghek, scienziato senior presso TNO, ha dimostrato come sia semplice sostituire buona parte del bitume, un derivato del greggio, con la lignina proveniente dagli alberi (è la parte del legno più abbondante dopo la cellulosa) per ottenere la miscela con cui si producono asfalto e tetti isolanti. Il bitume si ottiene dalla raffinazione del greggio, spiega, ma le fluttuazioni del mercato del petrolio hanno reso più difficile ottenere bitumi di alta qualità, costringendo i produttori a cercare alternative. Senza contare, aggiunge, che “a lungo termine dobbiamo passare a prodotti rinnovabili che possiamo reperire ogni anno. La lignina, sottolinea, è una risorsa rinnovabile che rappresenta circa un terzo del materiale secco degli alberi e ha in comune molte caratteristiche con le proprietà isolanti – impermeabilizzanti – del bitume. E’ una risorsa abbondante, poco costosa, che tra l’altro si ottiene come prodotto di scarto durante il processo di fabbricazione della carta. In tutto il mondo, afferma, se ne producono circa 50 tonnellate all’anno come rifiuto, per la gran parte bruciato per produrre energia elettrica per le cartiere rilasciando numerose sostanze inquinanti nell’ambiente. Integrando a livello molecolare la lignina, che diventa quindi una sorta di additivo ‘verde’ del bitume, sostiene Slaghek, la quantità di bitume necessaria per realizzare asfalto e tetti può essere ridotta almeno della metà. Il team guidato dal ricercatore olandese ha sviluppato una serie di miscele di questo tipo, adatti ad esempio ad asfalti in luoghi più o meno caldi, e, per dimostrarne la validità, realizzerà quest’anno un tratto di cento metri di pista ciclabile utilizzando una delle miscele a base di lignina.
A Palermo il recupero di metri quadrati trasformati da cemento a verde potrebbe essere enorme.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

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