Il TTP, il TTIP e il TISA formano i tre mega-trattati finalizzati a cementare la corporatocrazia come nostro capo globale con un rischio concreto che, per esempio, Big Pharma o i colossi delle agrobiotecnologie possano contaminare l’ambiente senza dover affrontare alcuna conseguenza legale o finanziaria.
Il TTP (Trans Pacific Partnership), inquadrata su 12 paesi del Pacifico che contribuiscono al 40% del PIL mondiale (Stati Uniti, Giappone , Australia, Perù, Malesia, Vietnam, Nuova Zelanda, Cile, Singapore, Canada, Messico, e Brunei), e il TTIP (Transatlantico commerciale e partenariato per gli investimenti) che fonde le norme commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, propongono la creazione di un mercato che armonizzi le regole sugli standard produttivi e rimuova i dazi residui, a patto che le tutele europee siano abbassate per consentire l’accesso di prodotti americani meno controllati
Il TISA (Commercio in Accordo sui servizi) include 24 paesi tra i quali gli Stati Uniti, L’Unione europea, l’Australia e mira a privatizzare il commercio mondiale dei servizi bancari, la sanità e i trasporti, così che, come ha scritto Julian Assange di Wikileaks: “Se verrà istituito, l’IP (Intellectual Property-la proprietà intellettuale) il regime del TPP andrebbe a calpestare i diritti individuali e la libertà di espressione, così calpesterebbe la creatività dei beni comuni e le menti intellettuali del popolo. Se leggere, scrivere, pubblicare, pensare, ascoltare, ballare, cantare o inventare; se sei una azienda o consumi alimenti; se ora sei malato e/o in futuro potresti ammalarti, il TPP ti ha nel suo mirino”.
Un’altra caratteristica allarmante del TPP è la risoluzione delle controversie che investono lo stato attraverso un tribunale internazionale di avvocati privati che si sostituiscono ai tribunali giuridici e giudiziari delle nazioni (IDIS l’arbitrato che dovrebbe dirimere le discordie fra le multinazionali e gli Stati) con il potere di risarcire le grandi società dei mancati profitti qualora le leggi di una nazione abbiano loro impedito di fare soldi (uno dei 600 casi in cui queste “corti” sono intervenute scavalcando la libera volontà dei rappresentanti dei cittadini è, per esempio, una società francese che ha citato in giudizio l’Egitto perché l’Egitto ha aumentato il salario minimo; o il gruppo svedese Vattenfall, attivo nella produzione di energia nucleare, che ha fatto causa al governo tedesco per la sua risoluzione di dismettere le centrali nucleari a seguito del disastro di Fukushima).
Inoltre il TTIP di fatto promuoverebbe l’agroindustria a discapito delle produzioni agricole locali, infatti secondo il rapporto Contadini europei in svendita, redatto dall’organizzazione Friends of the Earth Europe, citato in un articolo di Famiglia Cristiana: “Molti produttori che operano in Europa perderanno le loro quote di mercato sostituiti dai produttori statunitensi. Il TTIP porterà poi a un’ulteriore intensificazione delle coltivazioni e della concentrazione nelle mani delle corporation dell’agricoltura sulle due sponde dell’Atlantico. La sicurezza dei consumatori e la protezione dell’ambiente ne verranno danneggiate perché sia il governo Usa sia le organizzazioni di produttori statunitensi stanno apertamente chiedendo all’Europa di indebolire i sistemi di protezione in ambiti quali l’approvazione di cibo Ogm, le regole sulla sicurezza dei pesticidi, il bando sugli ormoni e i lavaggi anti-patogeni nella produzione di carni”.
Già The Guardian, con un’intervista al rappresentante dell’Onu Alfred de Zayas, aveva avvertito sulle conseguenze dell’approvazione del Trattato di libero scambio fra Stati Uniti ed Europa, i cui negoziati sono entrati nella fase cruciale: “L’Onu non vuole un ordine internazionale post democratico. Bisogna fare tesoro delle lezioni passate. Già in altri trattati internazionali le multinazionali sono riuscite a bloccare le politiche dei governi grazie all’aiuto di tribunali segreti che operavano al di fuori della giurisdizione nazionale. Lo stesso meccanismo si vuole riproporre con il Ttip”.
Nessuno dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) sono inclusi in uno qualsiasi di questi tre mega trattati progettati per fornire un controllo senza precedenti al mondo del commercio dei giganti multinazionali.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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