Lenticchia: regina delle zuppe e ricca di ferro. Ideale nelle diete Veg

La lenticchia (Lens culinaris) è una leguminosa ormai inesistente allo stato selvatico, coltivata sin dall’antichità nelle regioni temperate calde dell’Asia e dell’Europa sud-occidentale per i semi commestibili ottima fonte di proteine (23%) alternative alla carne, di vitamine A, B1, B2, B6, C, di importanti minerali (ferro, calcio, magnesio, fosforo, potassio).

PROPRIETA’

Così come fagioli, ceci, piselli, cicerchie, fave, soia, anche le lenticchie sono ricche di ormoni vegetali che regolano la produzione di estrogeni, di fitati che normalizzano la glicemia e limitano l’assorbimento di sostanze dannose nell’intestino.

Il World Cancer Researc Fund le raccomanda per la prevenzione di molte malattie degenerative proprio per la ricchezza di fitati e di inibitori delle proteasi dall’azione anticancro. La combinazione dei cereali integrali con i legumi è la base della dieta mediterranea famosa per gli effetti positivi sulle malattie.

Tuttavia, per la ricchezza di purine derivanti dall’utilizzazione metabolica delle proteine, questo legume va evitato qualora siano presenti problemi a carico dei reni.

Per una eccellente digeribilità prima della cottura vanno messe in ammollo in acqua fresca per 6 ore ed è consigliabile aggiungere il sale solo a fine cottura per evitare che i tegumenti induriscano.

TECNICHE COLTURALI CON IL METODO BIOLOGICO

La lenticchia, pianta annuale erbacea alta da 20 cm a 70 cm, è resistente alla siccità, cresce bene in alta collina e, per la notevole variabilità genetica sviluppata durante le coltivazioni, si adatta a ogni tipo di terreno, tranne a quelli umidi e salsi.

Nella rotazione colturale è la tipica coltura miglioratrice dei suoli che succede ai cereali e li precede.

Si avvantaggia della concimazione organica che favorisce la formazione sulle radici dei tipici noduli radicali per l’azione azotofissatrice delRhizodium leguminosa rum , dei  Clostridium  e degli Azotobacter.        

La preparazione del letto di semina prevede soltanto lavorazioni superficiali e ripuntature.

In aree montane la semina (5cm di profondità) si può eseguire già in primavera , mentre al sud e in Sicilia si effettua in autunno.  Sono sufficienti  100 kg\ ettaro per rese  di 5 sino a 15 quintali\ettaro.

Il seme deve provenire da colture biologiche.

Varietà di lenticchie

In Italia le superfici attualmente coltivate sono veramente esigue rispetto agli anni settanta, nonostante si stia assistendo ad un aumento delle richieste del mercato che hanno determinato importazioni dalla Turchia per compensare le mancate produzioni.

 Le varietà più coltivate in Italia sono quelle a seme piccolo (microsperma) come la “ Elsa” e la “Gaia” ottenute dalle coltivazioni di Colfiorito, la “Itaca”, selezione di Castelluccio di Norcia e la “Mitta” selezionata dall’International center for agricultural researches in dry areas e registrata dalla Regione Sicilia.

Dott.ssa Agr. Brigida Spataro e Dr.ssa Brigida Spataro

FOTO: 

lenticc

 

 

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