La moda Made in Italy (ri)parte dalla sostenibilità

Comprare meno e meglio, questa è la prima regola per essere sostenibile. Ma cos’è veramente la sostenibilità applicata al settore tessile? Sicuramente non è solamente una questione ambientale, ma anche sociale ed economica. Andiamo ad analizzare insieme ogni aspetto per riuscire a fare una scelta consapevole al fine di contribuire attivamente alla salvaguardia del Pianeta, partendo da ogni singolo acquisto.

L’industria tessile sta producendo un vero disastro ambientale. Nel 2020, il settore tessile è stato la terza fonte di inquinamento delle risorse idriche e del suolo, ha provocato il consumo in media di nove metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 kg di materie prime per fornire abiti e scarpe per ogni cittadino dell’UE.

La fast fashion (letteralmente ‘moda veloce’), che consente la disponibilità continua di nuovi stili a prezzi molto bassi, ha portato a una sovrapproduzione di un quantitativo enorme di capi di bassa qualità.

La produzione tessile ha, di fatto, un impatto importante sul consumo idrico. Alcune stime indicano che per fabbricare una sola maglietta di cotone occorrano 2.700 litri di acqua dolce, un volume pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo. Secondo il dossier presentato da Ellen MacArthur Foundation al World Economic Forum di Davos, ogni anno finiscono in mare oltre 8 milioni di tonnellate di plastica. È come se ogni minuto, per 365 giorni un camion della spazzatura riversasse il proprio contenuto nell’oceano. Possiamo, pertanto, ridurre l’inquinamento ridimensionando oculatamente i nostri acquisti. Scegliere fibre naturali è il primo passo per salvaguardare l’ambiente e la nostra pelle.

Oltre al cotone, alla lana e alla seta, esistono dei tessuti molto confortevoli ottenuti da altre
piante. Qualche esempio?
La canapa, il bamboo, l’eucalipto, il lino e l’ortica sono ecofriendly poiché garantiscono un
ridotto impatto ambientale e non richiedendo l’utilizzo di pesticidi.
Molte volte ci troviamo ad acquistare dei capi senza guardare l’etichetta e non controlliamo
la composizione di ogni singolo capo.
Invece, affinando uno spirito critico, scegliendo tessuti naturali e acquistando da aziende
eticamente sostenibili
, possiamo cambiare il sistema.
In primis, è necessario evitare di acquistare tessuti sintetici. E la quasi totalità dei vestiti
prodotti dalle aziende fast fashion è proprio realizzata utilizzando questa tipologia di
tessuto, come il nylon, il poliestere e l’acrilico


Perchè inquinano? Essendo derivati dal petrolio sono maggiormente inquinanti, sia nella
fase di produzione che nella fase di consumo e di smaltimento.
Infatti, i materiali sintetici richiedono più energia e troppi inquinanti chimici per essere
prodotti.
Ma non solo. Con l’uso e i lavaggi queste fibre sintetiche rilasciano microplastiche
nell’ambiente, contribuendo al degrado degli ecosistemi naturali.
Infatti, secondo l'Unep, il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente, circa il 16% delle
microplastiche rilasciate negli oceani a livello globale proviene dal lavaggio di tessuti
sintetici.

Ma cosa sono le microplastiche?
Con il termine “microplastiche” si intendono tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a
cinque millimetri
che sono organiche, insolubili e resistono alla degradazione.
Attraverso l’esposizione alla luce del sole, del vento, dell’acqua e di altri fattori, la plastica
si degrada in piccoli frammenti di dimensioni, comprese tra 0,001 e 5 mm.
Si stima che negli oceani di tutto il mondo ci siano almeno 14 milioni di tonnellate di
microplastiche e che ogni anno se ne aggiungano circa 1,5 milioni di tonnellate.
I tessuti sintetici sono responsabili di una quantità di microplastiche negli oceani tra
200.000 e 500.000 tonnellate ogni anno.


Purtroppo la problematica inerente le microplastiche sembra lontana dal dibattito
quotidiano per ricercare una soluzione concreta.
In realtà dovrebbe essere una questione primaria, perché l’esposizione cronica alle
microplastiche è parte integrante della nostra vita.
Le microplastiche vengono ingerite da tutti i tipi di organismi viventi, dal plancton, ai pesci,
ai grandi mammiferi negli ambienti marini, agli animali terrestri e agli esseri umani. Oltre
all'ingestione di microplastiche dall'acqua e dal suolo, vengono inalate particelle sospese
nell'aria.
Quindi siamo continuamente in contatto con esse, infatti sono state segnalate in una vasta
gamma di cibi e bevande, inclusi frutti di mare, acqua potabile
, birra, sale e zucchero.
Purtroppo sono state ritrovate anche nel sangue e nella placenta.
Sono necessari cambiamenti nel comportamento di acquisto, modelli di business più
circolari
, che promuovono un consumo ridotto e un uso più prolungato. Ciò potrebbe
ridurre sia il numero di nuovi acquisti che la produzione di rifiuti.


Ma dove trovare prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico?
Esiste una realtà tutta italiana nata dalla creatività e dal talento di Antonella Pagano,
un’imprenditrice italiana che ha fondato “Simplicitas, una startup in cui la connessione tra
natura e bellezza, consapevolezza di una ricerca sostenibile e rispettosa dell’ambiente,
sono stati i pilastri per creare capi essenziali, raffinati e sostenibili, ideati per valorizzare la
bellezza di una donna sicura di sé e dall’animo consapevole, capaci di accompagnarla
nelle avventure di tutti i giorni e nelle occasioni più ricercate.
La qualità rigorosamente Made in Italy dei tessuti, unita alla sapienza di maestre artigiane
e all’estro che traspare dal design ricercato di ogni capo, incantano ogni cliente che ha
avuto la possibilità di indossare i capi Simplicitas.


Abbiamo avuto l’occasione di poter intervistare la Founder di Simplicitas, Antonella
Pagano
alla quale abbiamo chiesto da dove nasce l’idea di creare le fondamenta di una
moda sostenibile proprio in Italia, nonostante le indiscusse difficoltà che soprattutto al Sud
Italia bisogna affrontare. Perchè il Made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo, ma
sempre meno diffuso. Mentre il Made in Italy sostenibile è sicuramente una sfida ancora
più grande.
Il design ricercato in ogni minimo dettaglio e le linee timeless sono realizzate per essere
sempre attuali. Una scelta di ritornare al passato, con poche collezioni e quindi un basso
impatto ambientale?

"Si, esatto. Come designer di slow fashion ho deciso di proporre solo due collezioni durante l’anno. Ciò permette sia di poter dedicare il giusto tempo e attenzione alla ricerca dei materiali sostenibili, ma anche avere a disposizione più tempo per perfezionare il design e confezionare i capi che saranno quindi rifiniti al meglio. Credo che noi brand sostenibili abbiamo il dovere di portare le persone a scelte di acquisto più consapevoli anche indirizzandole verso linee basic, minimal e senza tempo appunto come dicevi. E’ da qui che parte la vera sostenibilità, cioè riuscire ad indossare i capi d’abbigliamento per anni perché di alta qualità e in quanto liberi dalle tendenze moda. Da qui deriva la scelta di utilizzare principalmente tessuti naturali dai colori basici come sabbia, bianco, blu e nero sempre presenti nelle collezioni Simplicitas. Ma il nostro impegno non si ferma qui, perché la sola scelta di tessuti a basso impatto ambientale non rende un brand sostenibile davvero. Dunque puntiamo alla sostenibilità in ogni scelta: dagli accessori come bottoni in canapa riciclata, laccetti in cotone rigenerato, packaging in carta riciclata ma anche le etichette presenti in ogni capo che sono in poliestere riciclato certificato grs. Altro punto fondamentale è la produzione made in Italy, precisamente made in Puglia e 100% artigianale: ogni capo è unico!"


La linea Spa è un’ulteriore passo per accompagnare ogni donna anche nella propria
beauty routine, partendo da accessori che avvolgono la pelle e capelli, come una vera
coccola. Cosa rende unica questa linea esclusiva?

"La nuova Linea Spa nasce un po’ come scommessa con me stessa.. non riuscivo a trovare accessori riutilizzabili per la beauty routine che fossero performanti e resistenti al tempo stesso. Avendo poi la pelle sensibile, tutti i prodotti che acquistavo risultavano essere sempre un po’ aggressivi sul viso durante la detergenza o rimozione del make-up. Così ho deciso di cercare un’ottima spugna di bamboo certificata Oeko-tex dai miei fornitori e ho iniziato a confezionare e testare personalmente i primi dischetti o guanti corpo. Il risultato? Sorprendente e inaspettato. La mia pelle è cambiata nel giro di poche settimane e lavaggio dopo lavaggio nel corso dei mesi i miei prodotti resistevano al meglio e rimanevano performanti. La scelta del bamboo non è casuale: si tratta di una delle piante più sostenibili e ne deriva una tessuto in spugna molto morbido, resistente e antibatterico. Così ho lavorato sul design e sulla creazione dei vari prodotti indispensabili per una beauty routine sostenibili ed è nata la linea completa per tutto il corpo: dai dischetti riutilizzabili appunto, al panno viso struccante, turbante per capelli, guanto doccia ecc… Ho avuto fin da subito un ottimo riscontro dalla mia community che sceglieva già i prodotti Simplicitas e che ha continuato a darmi fiducia, così passo dopo passo la Linea Spa è cresciuta ed è ora disponibile non solo online ma anche in erboristerie e bio profumerie selezionate in tutta Italia. Spesso nella nostra quotidianità eseguiamo gesti automatici senza avere la consapevolezza di quanto possano impattare sull’ambiente o sulla nostra stessa pelle! Gli accessori usa e getta, come ad esempio i dischetti, generano una grandissima quantità di rifiuti e richiedono un elevato consumo di energia per la loro produzione. Gli accessori zero waste invece, promuovono uno stile di vita più sostenibile e aiutano a ridurre i rifiuti preservando il nostro Pianeta".

Articolo a cura di Stefania Mangiapane

Foto: Simplicitas / Pexels.com

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