Il compost ottenuto dalla raccolta differenziata dell’organico mediante processo industriale può venire convenientemente sfruttato in agricoltura.
I residui umidi dei centri abitati, prevalentemente organici e di origine vegetale possono essere utilizzati come concime, previa una sommaria cernita per eliminare materiale grossolano non decomponibile.
Questi residui appena raccolti non vanno sparsi e sotterrati perché avrebbero scarsa azione concimante e costituirebbero in buona parte ingombri non decomponibili nel terreno. E’ necessario accumularli in concimaia e trattarle come il letame fresco. Ancora meglio mescolare i residui umidi a strati di letame fresco ed inumidire il tutto con liquami di stalla o di concimaia.
Il letame, a seconda dell’origine, apporta differenti quantità di minerali. Il letame decomposto proveniente dalle porcilaie aumenta il potassio, mentre se fresco incrementa la frazione azotata che andrà ad arricchire il concime finale.
Tutti i tipi di letame sono comunque ricchi di attività biologica che contribuisce a decomporre la spazzatura organica.
Dopo alcuni mesi di maturazione questi residui umidi diventano molto simili al letame sia nell’aspetto che nella composizione e come il letame possono venire impiegate nella concimazione del terreno.
Vicino a importanti centri popolosi che producono grandi quantità di spazzatura organica umida, sarà’ necessario uno spazio fisico, adeguatamente controllato, perché i rifiuti possano decomporsi in adeguate concimaie, come ad esempio le evergreen celle zimotermiche in muratura più o meno numerose a seconda della quantità di rifiuti organici da smaltire. Ogni cella è completamente chiusa ed ha due aperture, una superiore per il carico, chiudibile con il coperchio di ferro, l’altra per lo scarico chiudibile con saracinesca a forte tenuta.
La costruzione deve consentire e regolare una limitata aereazione dell’interno e permettere lo sgrondo dei liquidi. Ciascuna cella viene più volte riempita di spazzatura biodegradabile inumidita con colaticcio di concimaia o di stalla o, in mancanza, di semplice acqua.
Poi basta solo regolare eventualmente l’apertura di entrata della poca aria necessaria alla normale decomposizione della materia organica. Per la fermentazione che rapidamente si attiva, tra il decimo e il ventesimo giorno, la temperatura si eleva fino a 60°C, poi decresce. Tale innalzamento di temperatura determina la distruzione dei batteri patogeni potenzialmente presenti nella spazzatura marcescibile.
Dopo circa due mesi la spazzatura è del tutto trasformata e ridotta a sostanza organica bruna porosa con un odore simile al panettone o quasi inodore, come un terriccio da giardino. Questo terriccio, rispetto al letame maturo di cui può fare le veci, è più ricco perché meno acquoso e più facile da distribuire nel terreno perché si presenta granuloso anziché pastoso.
Le celle vanno unite a due a due o più per poterle tenere chiuse il tempo necessario dopo il riempimento e avere sempre la possibilità di smaltire la spazzatura umida che giornalmente si produce.
Se ci si rende conto che l’umidità è eccessiva o si constata eccesso di azoto libero si aggiunge polvere di roccia che contribuisce a migliorare qualitativamente il concime finale.
Si può arricchire con polvere di feldspati o di graniti specifici: per esempio nel terreno ricco di fosforo e potassio trattenuti nel suolo, l’ammendante deve contenere zolfo perché permette la solubilizzazione di questi elementi, oltre allo zinco e all’azoto.
La polvere di marmo chiaro apportano molti carbonati.
L’aggiunta di paglia contribuisce a far carburare i residui umidi perché contiene molta cellulosa, trattiene umidità e nutrienti, facilita la riproduzione del lombrichi nel suolo e alimenta il microbiota cioè batteri e microbi del suolo responsabili della decomposizione della spazzatura organica; questi microrganismi trasformano la paglia in zuccheri.
L’idea è specializzare il concime-ammendante per tipo di coltura e di suolo e venderlo, così da ripianare velocemente il costo di acquisto del macchinario scelto per la trasformazione dei residui umidi in terriccio da giardino.
Il compost così ottenuto sostituisce egregiamente i comuni fertilizzanti di sintesi migliorando, al contempo, anche la struttura del suolo dove verrà sparso, accresce la biodisponibilità di elementi nutritivi (macro e microelementi) e agisce da attivatore biologico e accresce la biodiversità della microflora nel suolo.
La commercializzazione dell’ammendante compostato è regolata dal Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n. 75: “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti”. Il compost viene anche comunemente utilizzato per la copertura delle discariche di rifiuti e per bonifiche agrarie.
Infine si sottolinea che questa pratica consente di smaltire proficuamente il 30-40 % della spazzatura e molti comuni italiani prevedono una riduzione della tassa sui rifiuti per coloro che dimostrano di praticare il compostaggio.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro