Tutto quello che oggi viene prodotto dagli alberi e dai derivati del petrolio, dagli incalcolabili effetti inquinanti, potrebbe invece tornare ad essere prodotto dalla canapa.
Non sarebbe più necessario abbattere foreste per produrre carta o ricorrere alle coltivazioni inquinanti del cotone per procurarsi tessuti che, se ricavati dalla canapa, sarebbero, peraltro, resistenti, antimuffa e indistruttibili. Addirittura un particolare procedimento consente di ottenere un tessuto identico alla seta.
La bio-massa da canapa può fornire combustibile pulito per il riscaldamento degli ambienti, per alimentare le automobili, per le centrali energetiche.
Da 10.000 anni la canapa era stata la pianta più largamente utilizzata al mondo per ricavare olio, medicine e cibo, per costruire corde resistenti e vele che non infradiciscono per le navi.
La Costituzione americana è stata scritta su fogli di canapa.
Nella Medicina Ayurvedica la Cannabis sativa è conosciuta come ‘Erba Sacra’ ed è stata usata nella medicina tradizionale cinese dal 2800 avanti Cristo ad oggi.
In Israele era utilizzata per aumentare le contrazioni atte a facilitare il parto, alleviando il dolore.
La Cannabis può, infatti, sostituire i farmaci per ridurre drasticamente il dolore, senza effetti collaterali.
In tutto il mondo gli Stati ricevono pressioni per cancellare dall’elenco degli stupefacenti, la Cannabis sativa, come droga illegale, una definizione ambigua di una pianta su cui Big Pharma ha numerosi brevetti, come il Brevetto N° US 6630507 B1 sui cannabinoidi, definiti antiossidanti e neuroprotettivi necessari per curare l’Alzheimer, il Parkinson o i postumi di un ictus.
La dottoressa Christina Sanchez, ricercatrice presso l’Università Complutense di Madrid, in Spagna, e lo scienziato inglese Wai Liu, oncologo all’Università di scuola medica di Londra, St. George, attraverso sperimentazioni, sono pervenuti alla conclusione che il THC, principale componente psicoattivo che si trova solo nel fiore e nella foglia della Cannabis indica , ha potenti proprietà anticancro e come possa significativamente inibire la crescita dei tumori, attivando i recettori dei cannabinoidi del corpo e creando altri endocannabinoidi, senza effetti psicoattivi.
Liu sottolinea: “Le aziende farmaceutiche spendono miliardi in farmaci che fanno la stessa cosa che la pianta della Cannabis fa naturalmente. Ci sono un sacco di tumori che dovrebbero rispondere abbastanza bene a questi agenti della Cannabis. Se pensiamo che le compagnie farmaceutiche spendono miliardi di sterline cercando di sviluppare nuovi farmaci, che hanno come target questi percorsi, quando la Cannabis fa esattamente la stessa cosa. Abbiamo qualcosa, prodotto naturalmente, che incide sugli stessi percorsi affrontati dai farmaci che costano miliardi”.
Sul piano della normativa nazionale, a seguito della dichiarazione di incostituzionalità della cosiddetta Legge “Fini-Giovanardi”, la circolare n. 1/2002 del MIPAAF (che consente la canapicoltura ad uso industriale) e la Circolare del Ministero della Salute dell’ 8.05.2009 (che consente la produzione e commercializzazione di prodotti a base di semi di canapa per l’utilizzo nei settori dell’alimentazione umana), sono stati convertiti in legge con il D.L. n. 36/2014 dove l’art. 1, comma 4, ammette espressamente la coltivazione della canapa destinata alla produzione di fibre o ad altri usi industriali così come consentito dalla normativa comunitaria, quale deroga al sempre vigente divieto di coltivazione imposta dal T.U. Stupefacenti.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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