Salute: cala il consumo di olio, frutta, verdura, pane e pasta. Coldiretti avverte: giù la speranza di vita con addio a dieta mediterranea

Secondo i dati pubblicati da Coldiretti in occasione del rapporto Osservasalute, che prende in esame la spending review degli italiani nel carrello della spesa a partire dal 2008 con l’inizio della crisi, emerge uno scenario preoccupante.

La dieta  mediterranea, punto cardine dell’aumento delle speranze di vita degli italiani, è sempre meno presente nelle abitudini alimentari.

In particolare, cala al minimo storico all’unità d’Italia il consumo di olio, frutta e  verdura, pane e pasta, con ripercussioni evidenti anche sulla salute.

Il crollo piu’ pesante – sottolinea la Coldiretti – “si è avuto per l’olio di oliva, riconosciuto unanimemente come elisir di lunga vita, con acquisti in calo del 25 per cento e consumi a persona scesi a 9,6 chili all’ anno, dietro la Spagna 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica”.

Anche il consumo di frutta e verdura fresca cala del 7% a persona per un totale di 130 chili all’anno che equivalgono a non più di 360 grammi al giorno rispetto ai 400 grammi consigliati dall’organizzazione mondiale della Sanità.

Con specifico riferimento proprio ad una delle suddette raccomandazioni che riguarda il numero di porzioni di frutta e verdura assunte ogni giorno, si rileva che in Italia solo il 18 % della popolazione di età superiore a 3 anni consuma quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e verdura. 

La pasta è meno presente nelle tavole degli italiani, con un consumo pari a 26 kg all’anno a persona; mentre il consumo di pane è sceso al minimo storico per un quantitativo di circa 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno a persona.

Riprendere le abitudini alimentari che hanno fondato le basi della nostra dieta mediterranea diventa un imperativo, ma con un occhio attento alla qualità ed alla tracciabilità dei prodotti.

A questo punto il consumatore può difendere il diritto di comperare, ad esempio, un olio extravergine di oliva autentico evitando di acquistarlo a prezzi troppo bassi e scegliendo quello che riporta in etichetta, con grande trasparenza e abbondanza di dettagli, l’origine delle olive, il metodo di spremitura, l’utilizzo di cultivar particolari e ben individuate o addirittura la regione di produzione, con simboli di consorzi locali di tutela, o Dop.”, sigla che sta per “denominazione di origine protetta”, qualifica in grado di garantire relativamente alla zona di produzione e di lavorazione del prodotto.

Maggiori sono le informazioni in etichetta, maggiori gli indizi di atteggiamento onesto e trasparente da parte del produttore.

L’ideale è scegliere prodotti da agricoltura biologica dove i disciplinari sono molto rigorosi sia sul metodo di coltivazione, sia sui metodi di produzione.

Dott.ssa Stefania Mangiapane

Foto:http://mangiarebuono.it/pasta-per-tutti/

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