L’agenzia europea per la sicurezza degli alimenti con sede a Parma, ha ufficialmente dichiarato che “i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma e in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari danno adito a potenziali problemi di salute, in particolare nei bambini”.
In Italia però, purtroppo, non è obbligatorio specificare la tipologia degli oli vegetali, così troppo spesso l’olio di Palma viene indicato sulle etichette come “grasso o olio vegetale” rendendo più complicato l’identificazione.
Già lo scorso anno, quando l’Unione europea aveva deciso di far aumentare del 19 per cento le importazioni di olio di palma in Italia, Coldiretti aveva lanciato l’allarme “sull’invasione di un prodotto sotto accusa dal punto di vista nutrizionale e ambientale, proprio nella patria dell’olio extravergine di oliva e della dieta mediterranea. L’olio di palma – menzionato nei prodotti come “olii e grassi vegetali” – per il basso costo e la scarsa informazione tende a sostituire grassi più pregiati praticamente ovunque ed anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con quantitativi importati in Italia che sono aumentati di dieci volte negli ultimi 15 anni, ma che ora si possono riconoscere dall’etichetta. Alle preoccupazioni per l’impatto sulla salute a causa dell’elevato contenuto di acidi grassi saturi si aggiungono peraltro quelle dal punto di vista ambientale perché l’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione”.
L’olio di Palma viene prodotto principalmente in Oriente, Indonesia, Malesia, Africa e America. L’ampliamento delle piantagioni di palme da olio sostituisce sempre più le antiche foreste pluviali preziose per l’ eco sistema, oltre a rappresentare un grave oltraggio alle popolazioni indigene che tuttora vi abitano. Gli stabilimenti di piantagioni di palme da olio sono stati promossi come portatori di sviluppo nei paesi poveri per il comune standard occidentale. In realtà quest’industria ha avuto un impatto devastante sulle civiltà che vivono in questi paesi.
La preparazione del terreno per la coltivazione della palma da olio richiede un intervento di disboscamento e dissodamento radicale che determina la scomparsa di numerose specie animali e vegetali che si trovano private del loro habitat naturale.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
Foto:www.dietcuriosity.it