Start-up agricole: la guida ai finanziamenti. Dal crowdfunding al Piano Rurale UE per 20 mila under 40

 

Nella Legge di Stabilità 2016 il governo ha varato un sostegno per circa 20mila start up agricole promosse dai giovani che nasceranno da qui al 2020 grazie ai piani di sviluppo rurale dell’Unione Europa. Potranno beneficiare della decontribuzione tutti i giovani imprenditori agricoli under40.

Maria Letizia Gardoni, leader dei giovani della Coldiretti ha sottolineato che con tali iniziative a sostegno dell’imprenditorialità si pone in essere un un vero“ riconoscimento del valore strategico di un settore destinato a crescere e a creare opportunità grazie anche all’impegno delle generazioni più giovani come dimostrano le storie di successo dei tanti imprenditori agricoli. Consci della delicatezza dei primi anni di vita delle nuove aziende agricole – precisa Gardoni – abbiamo da subito proposto al Governo una misura che potesse aiutare a ridurre il carico fiscale” .

Ma i fondi europei non sono l’unica via per avere finanziamenti. Esiste il crowdfunding.

Secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, coordinata da Ivana Paris, emerge che le campagne di crowdfunding nel nostro Paese sono più che raddoppiate rispetto al 2014, raggiungendo quota 100mila,  ma meno di una su tre viene alla fine finanziata.

Il valore complessivo dei progetti incentivati è pari a 56,8 milioni di euro, con un positivo incremento dell’85% rispetto al 2014.

I finanziatori risultano essere 857mila, di cui il 30% hanno appoggiato più di un progetto.

Dai suddetti dati emerge un’attenzione sempre più spiccata verso questo tipo di investimento, ma la possibilità di finanziamento completo di una start-up dipende da una adeguata capacità progettuale.

Il dato più interessante riguarda l’aspetto occupazionale. Secondo l’indagine svolta risultano impiegati circa 249 persone nelle piattaforme di crowdfundig italiane. Molte di queste si rivolgono a privati, circa l’82%, ma anche ad associazioni e ad aziende (67%).

Trattasi prevalentemente di campagne creative e culturali, seguite da quelle sociali e solo per il residuo 20%, da quelle imprenditoriali.

Milano detiene il primato con ben 16 piattaforme di crowdfunding attive nel suo territorio.

Ecco che mentre al Nord  tale metodo è ormai consolidato, nel resto del Paese il crowdfunding risulta ancora poco radicato culturalmente come alternativa di finanziamento.

Tra le piattaforme attive in Italia il 45% è basato su:

  • ricompense;
  • donazioni;
  • piattaforme equity;
  • piattaforme che si fondano sul debito.

Anche nel settore agricolo la crescita occupazionale e reddituale aumenta in relazione alla rivoluzione delle campagne ed  alle prospettive di lavoro collegate: dalla moda al beauty, passando per le fattorie didattiche fino agli agrichef.

 Dal Dossier presentato dalla Coldiretti a L’Aquila collegato alla legge di orientamento (L.228 del 18 maggio 2001) approvata esattamente 15 anni fa, emerge una crescita del + 48% in tre anni con un aumento pari a 113mila delle aziende  “multifunzionali”, cioè che svolgono attività connesse all’agricoltura.

Le aziende agricole aggiungono servizi, come la produzione di energie rinnovabili (+603 %) o  trasformano direttamente i loro prodotti (+97,8%), ma si rilevano anche attività sociali connesse come gli agriasilo o la pet-therapy.

La diffusione di questa cultura dipende anche da un intervento normativo volto a regolarizzare il crowdfunding e tutte le altre realtà della sharing economy, dallo smart working al coworking.

Bisogna collegare le prospettive di crescita delle start-up nel settore agricolo alle iniziative di crowdfunding, slegandole dai convenzionali metodi di finanziamento, al fine non solo di aprirsi a nuove realtà più dinamiche ma anche meno rischiose.

Articolo: Dr.ssa Stefania Mangiapane

Foto: http://www.journaldunet.com/web-tech/start-up/1165809-les-25-start-ups-americaines-incontournables/

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