Le cimici più diffuse sul nocciolo sono sostanzialmente le cimici verdi di origine sudamericana (il coreide Gonocerus acuteangulatus, i pentatomidi Palomena prasina e Nezara Viridula) e le cimici cinesi provienenti dall’Asia orientale (il pentatomide Halyomorpha halys molto simile alla nostrana Rhaphigaster nebulosa tranne che per la presenza in quest’ultima della vistosa spina metasternale) di colore marrone marmorizzato con un triangolo più scuro nella parte terminale del corpo e strisce bianche sulle zampe e sulle antenne (più marcate negli stadi intermedi di ninfa).
Molta attenzione durante le operazioni di monitoraggio poiché il secreto della ghiandola odorifera ha effetti caustici per gli occhi.
In Friuli si sta verificando uno spostamento in massa di migliaia di esemplari di cimici cinesi persino nei centri abitati dove cercano di svernare al caldo.
Le cimici, soprattutto se adulte, con le punture di nutrizione estraggono linfa e clorofilla, inoculano virus o funghi, iniettano enzimi che causano danni alla polpa, i semi si presentano raggrinziti, irranciditi, con un tanfo e sapore disgustoso, ampie porzioni delle piante colpite deperiscono e può essere danneggiata tutta la vegetazione giovane di svariate specie agrarie e forestali poiché sono insetti polifagi e presenti endemicamente su tutto il territorio italiano.
Sul pomodoro le punture di nutrizione conferiscono al frutto un gusto acido-amaro e punteggiature clorotiche necrotiche.
Estremamente resistenti anche in condizioni ambientali critiche, svernano allo stato adulto nascoste tra i residui della vegetazione disseccata per poi, tra aprile e maggio dopo un breve periodo di nutrizione a spese della vegetazione ospite, iniziano un’intensa attività di ovideposizione (250 e le 400 uova ciascuna), rilasciando, ordinatamente, nella pagina inferiore delle foglie, gruppi di uova di 1 mm bianco-verdastri o giallastri o bianco-rossastri. Dopo cinque stadi di sviluppo neanidi e ninfe (sono nere con i puntini dall’aspetto diverso dagli adulti ma ugualmente dannose), tra luglio e agosto diventano adulte e si propagano rapidamente.
AZIONI PREVENTIVE PER RIDURRE LE INFESTAZIONI
- Per proteggere le coltivazioni è indispensabile evitare il più possibile le monocolture e alternare delle piante da “sacrificare” in grado di attirare le cimici e distoglierle dalle colture principali.
- Le cimici verdi attaccano più che altro le leguminose, le solanacee, la bietola, il basilico e alcune colture arboree (come ad esempio il nocciolo).
- Le cimici cinesi nei paesi di origine sono infestanti occasionali della soia e di alcuni alberi da frutto, ma in Italia si registrati attacchi oltre che su solanacee, fagioli, zucche, anche su peschi, meli, melograni, albicocchi, ciliegio, ulivi, fichi, noci, noccioli alianti e piante ornamentali come la Buddleja davidii e la Paulownia: hanno necessità di migrare tra essenze diverse, per cui le maggiori concentrazioni di esemplari si ritrovano sulle siepi di recinzione e sui filari esterni delle colture.
- Sarà strategica allora la tecnica che prevede la diffusione di piante spia attrattive come la senape, il basilico o altre maggiormente appetite dalle cimici ai margini delle colture principali (intercropping) così da irretirle ai margini dei campi e piantumare quelle per loro repellenti come l’aglio, l’artemisia e la cipolla tra le colture principali.
- Fondamentale la diffusione degli antagonisti delle cimici per contenere le infestazioni del coreide, tenedo conto che:
- Beauveria bassiana provoca alle cimici micosi diffuse soprattutto durante l’ibernamento.
- L’eupelmide Anastatus bifasciatus, gli scelionidi Gryon muscaeformis (Nees), G. reduviophagus ( K o zlov) e Trissolcus grandis (Thomson) parassitizzano le uova di Gonocerus acuteangulatus, così come l’encirtide Ooencyrtus gonoceri Viggiani e lo scelionide Gryon bosellii.
- I ditteri Tachinidi come Gymnosoma rotundatum L. predano la cimice Palonema prasina allo stadio di adulto, mentre allo stadio di uova i limitatori naturali sono gli imenotteri oofagi di diverse specie del genere Telenomus ed eterotteri predatori come i Miridi in particolare Dereaecoris spp.
- Gli scelionidi Telenomus podisi e la vespa nera Trissolcus halyomorphae parassitizzano le uova della Halyomorpha halys nei paesi orientali; ma non si possono prevedere gli impatti sugli equilibri dell’artropofauna nostrana.
- Un rimedio efficace contro le cimici allo stadio di neanide consiste nell’utilizzare acqua e sapone di Marsiglia liquido o il sapone molle potassico bagnando accuratamente la pagina inferiore delle foglie; le forme adulte vengono uccise per disseccamento soltanto se questa soluzione riesce ad occludere i pori sotto la corazza esterna inibendo la respirazione.
- Ottimi dissuasori risultano le irrorazioni con decotto all’aglio, tanaceto, artemisia, cipolla e macerato d’ortica.
- E’ importante evitare i trattamenti chimici perché nel tempo aumentano l’aggressività e la resistenza dei patogeni che trasferiscono nel DNA, da una generazione all’altra, capacità di adattamento all’assorbimento dei diversi pesticidi per cui l’agricoltore sarà costretto ad effettuare trattamenti sempre più pesanti e frequenti, distruggendo l’ecosistema.
- Prevedere siepi di biancospino, melo selvatico, ciliegio, per richiamare gli uccelli che di questi insetti si nutrono, specialmente cince e codirossi.Al fine di valutare l’entità delle popolazioni mediante i dati di cattura si possono utilizzare le trappole a feromoni efficaci dopo agosto perchè il corteggiamento sino a metà settembre è basato, oltre che su questi segnali chimici, soprattutto sui segnali inviati per mezzo di vibrazioni. I maschi effondono feromoni di aggregazione da fine agosto ai primi tepori autunnali, per cui sarà opportuno impiegare queste trappole dopo la seconda decade di settembre.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
FOTO: http://www.befan.it/cimici-in-casa-ecco-come-eliminarle/