Agricoltura biologica o convenzionale?L’attivazione della componente microbiologica del suolo fa la differenza

Agricoltura, ambiente e proprietà nutritive degli alimenti sono strettamente interconnesse; infatti dal delicato equilibrio tra natura e agricoltura nasce la possibilità di mantenere nel tempo la fertilità della terra e gli alimenti, totalmente privi di prodotti fitosanitari, saranno fonte di salute anziché di potenziali patologie.
L’attuale modo di fare agricoltura va’, perciò, rivisto secondo un’ottica biologica incompatibile con i criteri riduzionistici finora applicati. Dall’agroecosistema semplificato per eccessiva specializzazione, incapace di un’organica utilizzazione delle risorse native e, quindi, sempre dipendente da apporti energetici esterni, si deve pervenire ad un altro più complesso dal punto di vista strutturale (che assicuri una copertura del suolo pressoché continua per utilizzare al meglio i flussi energetici naturali), polifunzionale (produttivo e protettivo nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse naturali) e salubre sia per l’operatore agricolo quanto per il consumatore dei prodotti.
La base scientifico-colturale deve essere l’acquisizione di una visione dell’azienda agraria come un ecosistema naturale nel quale i flussi energetici che vi si realizzano per il controllo, l’organizzazione e il mantenimento hanno origine dal sole. Pertanto si penalizzerà nell’ecosistema agricolo l’energia proveniente dai combustibili fossili (non rinnovabile, costosa ed inquinante) e si favorirà quella solare (abbondante, gratuita e pulita) attraverso modelli in armonia con le tendenze naturali dell’ambiente in cui l’agricoltore opera.
E’ assecondando la vocazionalità del territorio, che vengono ridimensionati gli aspetti mercantilistici che caratterizzano l’attuale sistema produttivo e valorizzati quelli che regolano gli equilibri degli ecosistemi agricoli, come la conservazione della produttività, la durata delle risorse, la tutela delle potenzialità future del territorio e dei valori paesaggistici e culturali .
Pertanto, tra le caratteristiche qualificanti di un’azienda si riterrà di particolare valore il recupero della memoria storica delle tradizioni locali.
Nel contesto della tutela e conservazione della biodiversità sarà qualificante la salvaguardia dall’erosione genetica di alcune cultivar locali .
In natura la biodiversità consente di far sviluppare diversi gruppi funzionali del microbiota permettendo la degradazione della sostanza organica e l’assimilazione dei minerali alle colture.
L’agricoltura convenzionale addebita la perdita di fertilità del suolo alle colture, in base al principio secondo cui se una quantità di elementi si trova in una pianta coltivata e raccolta, la stessa quantità di elementi dovrebbe essere reintrodotta nel suolo; ma non tiene conto della capacità delle piante di sintetizzare e convertire elementi ad esse necessari grazie al sole, ai gas atmosferici, all’acqua e al microbiota. Tutte le piante hanno la capacità di far evolvere il suolo.
La fertilizzazione continua è facilitata dalla copertura organica permanente, dalla coltivazione di specie annuali con colture permanenti e dall’integrazione di alberi azoto-fissatori (perché ognuna tragga beneficio dalla vicinanza dell’altra per l’assorbimento dei nutrienti e per la difesa dai patogeni), dall’assenza di aratura (non necessaria se vengono evitate azioni che causino il compattamento), da lavorazioni minime o finalizzate soltanto alla rimozione di terra destinata ad accogliere i semi o le piantine.
Esiste uno schema complesso di relazioni tra le piante, i microrganismi del suolo e gli elementi nutritivi.
I lombrichi producono una buona S.O., però sono i microrganismi del suolo (microbiota) che la decompongono, trasformandola in humus stabile.
I microrganismi rizogeni, che da 450 milioni di anni popolano il suolo, sono, infatti, fondamentali per la degradazione della S.O., ma negli ultimi 50 anni, con lo sfruttamento intensivo dei terreni, le arature, i lavori colturali e l’impiego di pesticidi e fertilizzanti, sono stati indeboliti o annientati
Soprattutto l’uso degli erbicidi distrugge i microrganismi del suolo, blocca la capacità colloidale e la solubilizzazione dei nutrienti, destrutturandolo. Questa dinamica catastrofica, di fatto, rende sterili i terreni innescando il circolo vizioso del progressivo incremento di concimi chimici e pesticidi per arginare la “stanchezza” dei suoli e la vulnerabilità delle colture a tutti gli agenti patogeni.
Le procedure agricole volte a recuperare la microbiologia del suolo, come gli agroecosistemi misti (colture-animali) imperniati sulla magnificazione dei cicli naturali e sulla capacità di innescare catene di pascolo e di detrito, attivano la resistenza delle piante e ne incrementano la produttività perché l’equilibrio suolo-piante-microrganismi-elementi nutritivi assimilabili funziona in maniera armoniosa e le popolazioni di organismi potenzialmente patogeni vengono controllate efficacemente.
Tutte le aziende agricole italiane, per esempio, sono attrezzate con macchinari per irrorare fitosanitari, ma non per processare la sostanza organica, per preparare compost e concimi organici. Il costo di questi macchinari per preparare l’ammendante varia da 4.000 a 10.000 euro.
Il riutilizzo di tutto quello che di organico viene scartato in azienda per produrre compost e humus stabile è fondamentale per ottimizzare l’autosufficienza e chiudere il cerchio energetico anziché dipendere dalle industrie chimiche produttrici di pesticidi e fertilizzanti di sintesi.
In base a ciò che si produce in zona e alle necessità nutritive di ogni coltura si potrà poi arricchire l’ammendante con feldspati o graniti.
Se, per esempio, un terreno è molto ricco di fosforo e potassio si arricchirà l’ammendante con zolfo per favorire la solubilità di questi elementi.
L’apporto di azoto in eccesso può bloccare la disponibilità di altri elementi, se non è perfettamente bilanciato, e creare i presupposti per un attacco di afidi soprattutto nelle fasi di prefioritura o all’inizio dello sviluppo vegetativo. E’ anche il miglior ambiente per la diffusione della botrite.
L’importante è riuscire a creare armonia nutritiva per le coltivazioni al fine di prevenire carenze nutritive e/o attacchi parassitari letali.
I compostatori in commercio possono anche essere dotati di termostato, pareti coibentate, cassetto inferiore per l’estrazione del compost per fertilizzare il giardino; ma si può costruire con quattro pali e della rete metallica.
Quindi è necessario attivare la componente microbiologica del suolo: i preparati arricchiti, per esempio, con una componente microbiologica di Trichoderma harzianum e Bacillus subtilis sono efficaci contro la muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea), un fungo che attacca principalmente fragole, uva, lamponi, pomidoro, zucchine e molte altre specie quando la temperatura si aggira tra i 20° e i 25°, l’umidità relativa supera il 90% e gli organi delle piante restano coperti da un velo d’acqua per molte ore.
Il CSS, Centro Colture Sperimentali di Aosta è riuscito a selezionare, sviluppare e riprodurre la componete microbiologica della rizosfera contenente funghi micorrizici, streptomiceti, batteri della rizosfera e funghi saprofiti, selezionarli, svilupparli e riprodurli per migliorare la vita di suoli, piante, cereali, giardini e acque.
Infine occorre sottolineare che la colonizzazione delle radici delle piante presenta molti degli stessi microrganismi che popolano l’intestino tenue nell’uomo e sono fondamentali per una corretta digestione e assimilazione dei nutrienti: qui arrivano grazie al cibo incontaminato che viene ingerito.
I prodotti agricoli da agricoltura biologica, coltivati in humus stabile sono più appetitosi e contengono anche il 30% in più di antiossidanti (secondo il test ORAC la capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno) fondamentali per combattere i radicali liberi.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro

Foto: http://www.lavorincasa.it/orto-sul-terrazzo-e-ortaggi-da-piantare/

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