Stevia rebaudiana Bertoni, originaria delle montagne fra Paraguay e Brasile, cresce bene su terreni sciolti e richiede un’esposizione calda e soleggiata, ma vegeta bene anche in ombra parziale. In inverno, protetta mediante pacciamature, perde la parte aerea, ma sopravvive la parte basale che rivegeterà a primavera. Si riproduce per seme o per talea con una buona percentuale di successo.
Questa Asteracea dal grandissimo potere dolcificante conferito alle foglie dal composto molecolare “stevioside” che rappresenta all’incirca il 10% della materia secca della pianta, è presente nel 50% dei prodotti in Cina, Malesia, Corea del Sud, Paraguay, Messico, Brasile e Giappone (dolcificanti, salsa di soia, focacce, dolci di riso, bevande gassate, ecc.).
Nel 1970 il Giappone ha proscritto l’uso di aspartame e saccarina per motivi sanitari ed ha autorizzato l’estratto di Stevia come dolcificante alimentare.
In Europa, a causa di carenza di dati disponibili, la Stevia non può essere messa sul mercato come “alimento o ingrediente alimentare” o come “edulcorante” ma nulla ne vieta la commercializzazione come pianta ornamentale. La decisone della Commissione europea del 22 febbraio del 2000 (2000/196/CE relativa al rifiuto di autorizzazione di immissione sul mercato della Stevia rebaudiana Bertoni: “pianta e foglie secche” considerata come nuovo alimento o nuovo ingrediente alimentare, in conformità alla normativa CE 258/97 sugli alimenti nuovi) ha messo fine a sperimentazioni come quella del prof. Thomasjungbluth dell’Istituto di tecniche agrarie dell’Università di Hobenheim insieme all’Università di Algarve de Faro in Portogallo, nonostante a fronte di 7000 reclami contro l’aspartame registrati alla Food and Drug Administration (FDA) americana, nessun reclamo è mai stato registrato sulla Stevia e gli indiani Guaranì fin dai tempi precolombiani utilizzino questa “erba dolce” per dolcificare il màte senza accusare intolleranze o effetti collaterali.
La stevioside estratta dalla pianta è trecento volte più dolcificante dello zucchero, ma a zero calorie. Per inciso, lo zucchero, secondo l’AFSSA, è co-responsabile dei problemi legati all’obesità che affligge il 30% dei bambini.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro