Secondo l’Arpac vi sono numerosi metodi utilizzati per “rinverdire” le olive, nella maggior parte dei casi attraverso l’utilizzo di sostanze illegali.
Un esempio? Coloranti e additivi che non vengono dichiarati sulle etichette, ma (purtroppo) consentiti dalle normative europee.
Secondo il bollettino pubblicato dall’Arpac “Le olive vengono colorate artificialmente attraverso l’uso di sali ferrosi. Si tratta di additivi ricavati dagli acidi lattici che non rientrano tra i coloranti ma sono dei cosiddetti stabilizzatori, spesso largamente utilizzati anche per fortificare il contenuto di ferro negli alimenti. Questi additivi non presentano particolari controindicazioni per la salute. Ma la beffa è dietro l’angolo perché “a volte vengono fraudolentemente aggiunti per colorare olive verdi in modo da farle diventare nere”.
Ma il pericolo maggiore per i consumatori consiste nella cosiddetta “verniciatura”.
“In altri casi – si legge ancora nel bollettino Arpac – le olive vengono immerse in soluzioni concentrate a base di solfato di rame, ossia vengono verniciate come si dice nel gergo di chi pratica questo tipo di frode, per conferire una colorazione verde intensa, rivitalizzando così anche olive vecchie caratterizzzate da una colorazione estremamente sbiadita. Tra le frodi che coinvolgono le olive quest’ultima è sicuramente la più pericolosa per tossicità; il solfato di rame è infatti bioaccumulabile dall’organismo ed essendo difficilmente smaltibile persiste negli organi”.
Articolo: Stefania Mangiapane
Foto: http://www.improntaunika.it/2016/02/olive-verniciate-con-solfato-di-rame-sequestrate-85-tonnellate/