Glencore, scoperta dalla Bloomberg, rappresenta uno dei giganti del trading di materie prime ed ha aperto da poco un nuovo desk “gastronomico” a Madrid scommettendo sull’olio d’oliva.
Ebbene si, non si ferma l’ascesa della società che è appena balzata alle cronache per l’acquisizione da 11 miliardi di dollari di una quota della russa Rosneft, insieme al fondo sovrano del Qatar.
Ma c’è da preoccuparsi? Forse. Se per i coltivatori sono tempi difficili, per gli speculatori l’olio è diventato una commodity perfetta.
L’olio d’oliva è un prodotto sempre più apprezzato nel mondo, anche grazie alla maggiore consapevolezza dei consumatori degli effetti dannosi sulla salute dell’olio di palma.
Ecco alcuni dati sul perché Glencore scommette sull’olio di oliva:
– Il prezzo l’anno scorso è salito ai massimi da 20 anni a livello mondiale (negli ultimi mesi in Italia ha sfiorato i 6 euro al chilo).
– Le oscillazioni di prezzo si sono fatte molto più forti, frequenti e imprevedibili;
– il cambiamento climatico ha moltiplicato gli eventi meteorologici estremi e gli attacchi di parassiti;
Secondo l’International Olive Council (Ioc) la produzione mondiale di olio d’oliva nel 2016-17 scenderà del 14% a 2,7 milioni di tonnellate, con un crollo del 49% (a 243mila tonn) per l’Italia che si era appena ripresa dalla terribile annata del 2014.
Articolo: Dr.ssa Stefania Mangiapane
Foto: http://www.blitzquotidiano.it