Mais destinato ad uso animale, con una concentrazione di OGM vietata dalla legge, è finito per diventare polenta, gustata anche alla recentissima sagra che si è tenuta a Sermoneta. Ecco quanto ha scoperto l’ Asl, risalendo a un lotto di 15 tonnellate di prodotto e ritirarlo dal mercato.
Ed ecco tracciato anche da dove veniva quel mais. Secondo il quotidiano “Il Messaggero” “Il mulino nel quale è avvenuta la trasformazione è sui Monti Lepini ma la materia prima arriva dalla Campania e sulla fattura che accompagna il “granone” era chiaramente scritto che era destinato a uso animale. Come sia finito in buste da un chilogrammo destinate alla commercializzazione è tutto da capire. La proprietà del mulino – che ha provveduto a “richiamare” i prodotti – ha parlato di una svista ma ulteriori accertamenti sono in corso da parte dei tecnici della Asl di Latina”.
E’ scattato subito l’allarme da parte del Ministero della Salute.
Ma dovremmo abituarci?
E’ naturale il collegamento al voto dell’Italia a favore dell’introduzione di nuovi OGM in Europa. Un cambiamento di rotta inaspettato proprio in un momento in cui un numero sempre più crescente di produttori agricoli sentono un forte bisogno di stabilire un modello di agricoltura fondato sulla biodiversità, sulla sostenibilità, sulla sicurezza alimentare, sulla qualità del cibo e su un rapido allontanamento dai rischi da contaminazioni chimiche.
Niente a che vedere con le speculazioni legate all’industrializzazione intensiva dell’agricoltura, spinta dalla sede di dominio di poche multinazionali e della chimica, alla quale si vorrebbe attribuire un valore superiore a quello della tutela ambientale e sanitaria.
Articolo: Dr.ssa Stefania Mangiapane
Foto: http://blog.giallozafferano.it/aciascunoilsuo/mais-vco-polenta-birra/