Green Station: stop nuove costruzioni, è ora di riqualificare

Il progetto Green station di Legambiente ha l’obiettivo di recuperare le stazioni abbandonate e promuovere progetti che abbiano finalità sociali d’interesse collettivo.

Attualmente le Green Station sono ben cinque: a Brenna Alzate (Lombardia), San Stino di Livenza (Veneto), Pescara centrale (Abruzzo), Potenza superiore (Basilicata) e Anzio (Lazio).

Un nuovo traguardo con il protocollo d’intesa sottoscritto da Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana volto alla rifunzionalizzazione degli spazi della stazione di Pontecagnano, in provincia di Salerno.

L’esperienza di Pontecagnano è solo uno dei progetti di Green Station in giro per l’Italia, tutti accumunati dall’obiettivo di rivalorizzare spazi non presenziati all’interno delle stazioni e snodi ferroviari.

(Ri)pensarli non solo come luoghi di transito ma di incontro e socialità.

Progetti per far nascere centri di innovazione sociale e culturale e promuovere la sostenibilità ambientale, mettendo le basi per una nuova cultura del turismo lento che trova nel treno e biciclette il suo mezzo ideale.

Il protocollo è stato sottoscritto a Salerno, in concomitanza della tappa campana del Treno Verde, il convoglio ambientalista di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane, realizzato con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che sta attraversando l’Italia con un’edizione tutta speciale dedicata all’economia circolare.

greenstation

Oggi nasce la prima green station della Campania per iniziare anche in questa regione un nuovo processo di economia solidale che tenga conto dell’eccezionale importanza dei beni comuni – afferma Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente –. Dalle stazioni d’Italia non presenziate, immenso patrimonio di questo Paese, stiamo contribuendo alla creazione di una rete di relazioni sociali del territorio a partire da queste strutture che nei decenni hanno evocato spostamenti, speranza, sogni di vita migliore. Non solo treni, ma idee, contenuti e progetti di educazione ambientale: le Green station rappresentano un pezzo di economia civile che produce valori, come fiducia, capitale sociale, senso civico, solidarietà, assieme a valore economico e nuove opportunità, dal turismo, alla mobilità sostenibile rigenerando spazi non utilizzati”.

La conversione della stazione di Pontecagnano in Green Station conferma l’utilità della cessione in comodato d’uso di locali non più funzionali alle attività ferroviarie – afferma Modestino Ferraro, responsabile Ingegneria Direzione Territoriale Produzione RFI di Napoli – un nuovo modello di sviluppo territoriale, che coniuga sostenibilità ambientale e coesione sociale. Su tutto il territorio nazionale sono circa 500 le stazioni interessate da comodati, oltre 87.000 i metri quadri  – che superano i 100.000 con gli spazi delle grandi stazioni – per un valore economico vicino ai 120 milioni di euro. La firma di oggi  conferma la  fattiva collaborazione di FS Italiane con quanti lavorano per mettere in primo piano il bene comune e l’interesse della collettività”.

Pontecagnano torna ad un luogo per realizzare un punto di informazione e formazione per operatori turistici e turisti per  mettere in connessione i viaggiatori con il patrimonio culturale e  naturalistico della Regione.

Vogliamo realizzare all’interno della stazione di Pontecagnano un centro di innovazione sociale e culturale che attraverso azioni di volontariato nazionale ed internazionale contamini il territorio per promuovere uno sviluppo ecosostenibile – spiega Francesca Ferro, direttrice del circolo Legambiente Occhi Verdi, assegnatario del bene -. La stazione sarà inoltre accreditata presso l’Agenzia Nazionale Giovani (Ang) per l’azione chiave del programma Erasmus+:youth, per permettere a giovani provenienti da diversi paesi europei di partecipare e sviluppare attività di volontariato con le comunità locali e co-gestiranno il Parco Ecoarcheologico di Pontecagnano, gestito da Legambiente”.

Nasce quindi un simbolo di esperienze virtuose, nato per co-progettare e realizzare uno sviluppo sostenibile partendo da una realtà abbandonata. Ma non è l’unico.

A cura di Stefania Mangiapane

Foto:

Cattura

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...