Il papavero, tipica pianta “sinantropica che segue l’uomo nei suoi spostamenti” diffondendosi grazie ai lavori agricoli che riportano alla luce i semi sprofondati nel terreno, è originario dell’altipiano asiatico situata tra il Pamir e l’Iran.
Cresce bene in zone temperate e terreni molto fertili; la presenza evidenzia che le colture non sono trattate col micidiale glifosate.
Il rosso Papaver rhoeas, dai petali delicati e caduchi macchiati di nero alla base, non possiede particolari proprietà medicinali e farmaceutici a differenza del Papaver somniferum dal colore candido; però contiene alcaloidi, tra cui la rhoedina debolmente sedativa.
È una pianta erbacea alta fino a 80 – 90 cm dal fusto eretto, coperto di peli e se tagliato emette un liquido bianco.
Fiorisce in primavera da aprile fino a metà luglio con boccioli verdi e penduli poi con petali rossi delicati e caduchi, spesso macchiati di nero alla base in corrispondenza degli stami di colore nero.
Le foglie sono pennate lungo il fusto.
Il frutto è una capsula che contiene molti semi piccoli blandamente tossici.
In Friuli si comsumano i “confenòns”, cespi di foglie che si sviluppano ad aprile attorno alla radice dal sapore delicatamente amaro.
Papaver setigerum e Papaver nigrum forniscono i semi più pregiati (525 kcal per 100 gr.) ricchi di vitamine C ed E, vitamine del gruppo B, come la tiamina, la riboflavina, la niacina e l’acido folico, di acidi grassi essenziali (Omega3 e 6), piccole quantità di alcaloidi, tra cuipapaverina e morfina calmanti del sistema nervoso, fibre nella buccia dei semini che migliorano i processi digestivi, sali minerali importanti per la salute come calcio, selenio, potassio, magnesio, manganese, ferro, rame, zinco fondamentale per il funzionamento degli enzimi che controllano la sintesi di Dna e Rna, lo sviluppo e la crescita e la produzione dello sperma.
Gli antichi celti mischiavano i semi nella pappa dei bimbi per farli addormentare.
Presso i Romani, il papavero era legato alle pratiche di Cerere, divinità delle messi e dell’agricoltura; consumavano i semi crudi conditi con miele, tostati in un dolce, la placenta mellita papavere, oppure aggiunti al cocetum, una bevanda per gli sposi novizi prima della luna di miele.
I semi di papavero bianchi o neri entrano nella preparazione di zuppe, minestre e sono ingredienti tipici negli strudel e nel dolci austriaci.
Arricchiscono l’insalata di arance o le marmellate e i semi di papavero bianchi sono tra le spezie che compongono il curry.
Pochi grammi di petali lasciati in infusione per dieci minuti, filtrati e addolciti con miele, contrastano efficacemente insonnia e ansia, tosse e pertosse.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
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