L’indagine pubblicata su Nature Plants scardina lo stereotipo secondo cui per sfamare un mondo in continua crescita demografica, sia impossibile rinunciare ai fitofarmaci.
Le aziende agricole che usano pochi pesticidi hanno più da guadagnare che da perdere. A confermarlo è lo studio curato dai ricercatori dell’INRA (Institut national de la recherche agronomique) francese, uno dei più importanti centri di ricerca sull’agricoltura del mondo.
Sono state analizzate 946 aziende agricole sparse in tutta la Francia e caratterizzate per diversi tipi di clima e produzione.
Per ogni azienda agricola i ricercatori hanno calcolato l’effetto che avrebbe un basso utilizzo di pesticidi su produttività (intesa come energia prodotta per ettaro da una coltura) e redditività. Ecco che cosa hanno scoperto:
– Nel 38,8% dei casi diminuire i pesticidi fa aumentare la produttività;
– in oltre la metà dei casi (55%), chi usa meno fitofarmaci ottiene gli stessi raccolti di quando ne utilizzava di più;
– solo nel 6,2% dei casi i ricercatori hanno riscontrato raccolti più scarsi.
Ma cosa si intende per “pesticidi” ?
Lo studio distinguendo le tre principali categorie: fungicidi, erbicidi e insetticidi è giunta ai seguenti risultati:
- gli insetticidi sono i più facili da eliminare: nella maggior parte dei casi (86,2%) chi li diminuisce ottiene raccolti più abbondanti;
- solo il 39,2% delle aziende agricole analizzate è riuscita a diminuire i fungicidi aumentando la produttività (ma in oltre la metà dei casi è rimasta invariata);
- solo il 6,4% del campione è riuscito a usare meno erbicidi producendo di più. E in tre casi su dieci (28,8%) i raccolti sono stati più scarsi. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, nel 65% dei casi la produttività è rimasta identica.
I risultati dello studio Indicano che esistono molte pratiche ecologiche utili a controllare i parassiti utilizzate da sempre dagli agricoltori che funzionano e non comportano alcun danno alla produttività e (soprattutto) alla redditività delle aziende agricole. Quali sono queste pratiche alternative?
Ad esempio la rotazione delle colture, l’utilizzo di varietà meno attaccabili da insetti, ritardare la semina dei cereali invernali, eliminare le erbe infestanti con mezzi meccanici anziché con erbicidi.
Un esempio pratico: coltivare una leguminosa significa diminuire i costi di fertilizzazione. Ciò in quanto i legumi fissano nel terreno l’azoto che trovano nell’atmosfera. Alcuni mesi dopo, infatti, sullo stesso terreno si coltiveranno cereali che avranno meno bisogno di fertilizzante.
a cura della Dr.ssa Stefania Mangiapane
Foto:
http://www.larassegna.it/2016/11/14/a-bergamo-volano-le-aziende-biologiche-46-negli-ultimi-5-anni/
http://www.commercialemengardo.com/commerciale-agricola-mengardo-vendita-prodotti-biologici.html
https://www.greenbiz.it/biologico/9275-agricoltura-biologica-prodotti-fitosanitari