La vite comune (Vitis vinifera L.), è un arbusto a foglia caduca, rampicante della famiglia Vitaceae con portamento usualmente determinato dal sistema di allevamento così come la vigoria e la precocità di fioritura sono strettamente condizionati dal portinnesto scelto; mentre il portamento naturale è irregolare, con ramificazione rada e lunga anche diversi metri.
I tralci lignificati sono sorretti da viticci con sviluppo a spirale elicoidale che ancorano i germogli a sostegni di ogni tipo e dopo un anno cadono.
I fiori riuniti in infiorescenze a pannocchia, sono prima bisessuali e secondariamente maschili o femminili per aborto dei rispettivi organi. L’impollinazione ha luogo all’interno dell’ovario; infatti l’impollinazione è già avvenuta quando gli stami vengono fuori.
La vite, pianta eliofila per eccellenza, entra in dormienza vegetativa durante la stagione fredda così da resistere bene alle basse temperature, alle quali poi diventa sensibilissima dall’inizio della fase vegetativa; risultano dannose anche nebbia e piogge durante la fioritura poiché impediscono l’impollinazione e la maturazione degli acini, oltre a veicolare, in primavera, le spore di peronospora (Plasmopara viticola) che provoca disseccamento di foglie e grappoli, e, in estate, di botrite (Botrytis cinerea Pers.) con caduta dei grappoli colpiti dal fungo.
Le piogge abbondanti hanno, invece, effetto dilavante dei miceli dall’oidio che si diffondono grazie al vento in primavera e inizio estate, quando le temperature oscillano tra 20-22 °C, 3-4 °C e 32-34 °C e persiste una moderata umidità relativa; gli organi colpiti disseccano e le piante deperisco.
Il clima caldo e asciutto è più adatto, ma, se eccessivamente asciutto, ostacola la normale maturazione dell’uva. Le alte temperature, poi, abbattono l’acidità fissa nelle uve destinate alla vinificazione in bianco.
Il principio attivo tradizionale per la prevenzione della peronospora è il rame (come poltiglia bordolese da irrorare in seguito ad ogni pioggia), ammesso in agricoltura biologica ma, secondo il disciplinare dell’U.E., non si deve superare la dose massima annuale di 6 kg/ettaro di rameperché si accumula nel suolo determinando fitotossicità e stentato sviluppo delle radici delle piante. E’ indispensabile lavare molto bene l’uva da consumare per il noto fenomeno di bio-accumulo epatico del rame.
La difesa chimica cautelativa contro l’oidio si effettua tradizionalmente con trattamenti a base di zolfo in polvere da irrorare uniformemente sull’intera vegetazione.
Le azioni contro la botrite si basano essenzialmente sulla riduzione degli apporti di azoto, sulla scelta di cloni che riducano la vigoria, su irrigazioni ridotte, su sfogliature, cimature e scacchiatura mirate. La lotta più efficace è, invece, microbiologica con preparati arricchiti, per esempio, con una componente microbiologica di Trichoderma harzianum e Bacillus subtilis, perché il micelio della botrite sviluppa resistenza a tutti i fungicidi chimici con estrema facilità.
La natura fisico-chimica del terreno esercita un’influenza notevole sull’epoca della maturazione, sulla grossezza e forma dei grappoli, sulla colorazione, sull’aroma e sulla resistenza ai trasporti. In genere in terreni freschi e fertili si hanno grappoli con acini più grossi rispetto alla media varietale, con produzioni quantitativamente abbondanti ma poco serbevoli rispetto a terreni poveri e asciutti. Ma è la componente microbiologica del suolo a fare la vera differenza oltre alla quantità di acido fulvico, di acido humico e di acido himatomelanico. Quanto più alto è l’indice himatomelanico, tanto più stabile e fertile risulta un suolo, diretta conseguenza della biodiversità colturale e della tutela del microbiota: come sopra accennato, una componente microbiologica di Trichoderma harzianum e Bacillus subtilis sono efficaci contro la muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea), un fungo che attacca principalmente quando la temperatura si aggira tra i 20° e i 25°, l’umidità relativa supera il 90% e gli organi delle piante restano coperti da un velo d’acqua per molte ore.
PROPRIETA’
L’uva è una preziosa fonte di sali minerali, soprattutto di ferro, calcio e potassio.
Contiene l’acido gallico che espleta una funzione pro-apoptotica, innecando il processo a catena che porta alla morte delle cellule tumorali, il prezioso resveratrolo, antitumorale, che stimola il naturale meccanismo di autoguarigione, così come la curcumina rafforza la vista,contrastala degenerazione maculare in età avanzata, migliora la rigenerazione della cartilagine e del sistema nervoso irrobustisce le ossa,previene l’invecchiamento, le malattie degenerative e per le proprietà antivirali si rivela efficace contro l’herpes simplex e contro porri e verruche.
L’estratto di semi d’uva (Vitis vinifera), ricco di antociani e proantocianidine fa aumentare il livello degli estrogeni migliorando la salute durante la gestazione e sono state scoperte importanti effetti curativi per i diabetici.
A livello cosmetico si ricorda che polpa e buccia stimolano la sintesi del prezioso collagene e gli Alfa-idrossi-acidi, in esse contenute, sono ampiamente utilizzati nel trattamento di macchie senili e rughe giacché levigano la pelle.
L’uva passa poi stimola i processi biochimici del fegato e depura il sangue.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro
FOTO: http://www.cuormons.it/wordpress/wp-content/uploads/2014/08/GrappoloDiUva1.jpg