L’olio di cocco contiene grassi a catena media immediatamente convertiti dal fegato in energia, anziché essere accumulati sotto forma di grasso, infatti nel metabolismo umano ha proprietà termogeniche (riequilibra la temperatura corporea e l’attività della tiroide); inoltre ottimizza l’assimilazione delle vitamine liposolubili A, D, E, K, indispensabili per la salute della pelle, delle ossa, dei denti.
L’acido laurico di cui è ricchissimo (presente anche nel latte materno) è formidabile nella difesa dai virus influenzali, herpetici, del morbillo, dai batteri gram-negativi e dai protozoi (American Society for Nutrition); altrettanto buone quantità di acido caprilico contribuiscono a contrastare la presenza della Candida Albicans.
Uno studio pubblicato dai ricercatori Reger MA, Henderson ST, Hale C, Cholerton B, Baker LD, Watson GS, Hyde K, Chapman D,Craft S dal titolo “Effects of beta-hydroxybutyrate on cognition in memory-impaired adults” assicura proprietà rigeneranti delle molecole cerebrali per esempio nella malattia di Alzheimer o dopo una perdita di ossigeno post-ictus.
Le palme da cocco (Cocos nucifera) ci mettono 10 anni dopo la semina a diventare produttive e un intero anno perché da una infiorescenza (spata) maturi il frutto.
Queste slanciate e longeve arecaceae dal fusto colonnare alto sino a 40 m, all’apice formano una corona di grandi foglie paripennate formate da leggerissime foglioline; forniscono voluminose drupe dal guscio legnoso durissimo con 3 pori a minore spessore alla base.
COME ROMPERE LA NOCE DI COCCO
Nelle aree tropicali di coltivazione la noce di cocco, appoggiata su un ceppo incavato, viene aperta usando il machete, ma il metodo occidentale più sicuro consiste nel forare una o tutte e tre le fossette, evidenti sulla superficie della noce, con un cavatappi e far uscire l’acqua di cocco contenuta all’interno (l’odore e il sapore sono l’indice della freschezza o dell’alterazione delle qualità della polpa), mettere per dieci minuti la noce di cocco in forno a circa 150° C finchè si notino delle crepe, segno del completo distacco della fragrante polpa dall’endosperma (guscio) e dare colpi secchi attorno al diametro spaccandola.
La squisita polpa del cocco si utilizza anche per la produzione del burro di cocco, un’olio vegetale ad alto punto di fusione e con punto di fumo molto più alto dell’olio di oliva.
TECNICA COLTURALE
La noce di cocco cresce meglio nei suoli sabbiosi, pur adattandosi con facilità in quasi tutti i suoli anche salmastri, profondi almeno un metro visto l’esteso apparato radicale; ma è condizione essenziale l’umidità relativa sempre intorno all’80-90%, con precipitazioni annue tra i 1.300 e i 2.000 mm tipiche dei litorali tropicali (130 millimetri di pioggia al mese e non più di tre mesi con precipitazioni inferiori a 50 millimetri.
La temperatura media annuale dovrà attestarsi intorno a 27° C.
L’impollinazione è anemofila, pertanto le zone ventose sono favorite.
Un ambiente salmastro migliora la produttività e asseconda la naturale predisposizione delle noci di cocco di diffondersi naturalmente galleggiando sull’acqua marina e mantenendo, immersi nell’acqua marina, la capacità di germogliare sino a quattro mesi, grazie ad un mesocarpo fibroso, dotato di fibre legnose leggere, estremamente resistenti all’acqua salata che permettono il galleggiamento della noce e commercializzata come fibra coir.
La germinazione avviene con l’emissione di un tessuto carnoso all’interno del seme e all’esterno, da uno dei tre pori a minore spessore del guscio, fuoriesce la gemma da cui si sviluppa il fusto con le foglie e le radici.
Personalmente uso olio di cocco vergine biologico la sera come detergente-struccante e per rigenerare pelle e capelli.
Questo articolo ha solo fine espositivo e non sostituisce diagnosi medica.
Dott. Agr. Brigida Spataro
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