Latte di mandorla bio, come farlo in casa in 3 step

Se anche tu ami le bevande vegetali, devi assolutamente provare il latte di mandorla.

Ha un basso contenuto di colesterolo, un sapore delizioso e tante vitamine.

In Sicilia, la tradizione insegna che il latte di mandorla, si prepara a partire da un panetto ottenuto da un impasto di acqua, mandorle e miele dalla cui lavorazione i contadini dell’Isola ottenevano la classica bevanda a base di mandorle.

Se vuoi prepararlo in casa in pochi minuti, ecco gli ingredienti che ti servono:

  • 100 g di mandorle biologiche già sbucciate
  • 1 lt di acqua
  • 25 g di zucchero di canna o 1 cucchiaio di miele di acacia biologico

Mettete le mandorle in ammollo in una ciotola con acqua a temperatura ambiente per 12 ore in modo da farle ammorbidire. Successivamente, scolatele e mettetele nel frullatore.

Aggiungete a poco a poco l’acqua e lo zucchero. Tritate bene le mandorle e filtrate l’acqua in modo da separarla dalla polpa di mandorle.

Versate il vostro latte in una bottiglia di vetro. Ecco pronto un buonissimo latte di mandorle fatto in casa. Aggiungendo una granatina di ghiaccio, poi, potete trasformare la vostra bevanda in una gustosissima e rinfrescante granita.

In Italia sono circa 12 milioni le persone che oggi consumano bevande vegetali, un dato in crescita del 5% rispetto al 2016.

Secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio VEGANOK sui consumi del 2018, “entro il 2024, il valore del latte vegetale e dei suoi sostituti arriverà a 34,4 miliardi di euro e i driver di spesa lato consumatore sono etica e consapevolezza sui temi legati alla salute”.

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L’industria lattiero-casearia, per attrarre consumatori, continua a cavalcare l’informazione che latte, calcio e salute delle ossa siano interconnessi senza apportare il ben che minimo risultato di ricerca attendibile a sostegno di slogan (“può prevenire raffreddori e l’artrite”, “bere latte aiuta nella perdita di peso“) smentiti da 41 studi clinici randomizzati, compreso uno studio della Harvard Medical School sostenuta dall’USDA che hanno definito il latte “uno dei fattori predittivi alimentari più consistenti per il cancro alla prostata nella letteratura pubblicata.”

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Più della metà della popolazione mondiale, infatti, è intollerante a latte e derivati per il semplice motivo che l’organismo umano non è predisposto per questi alimenti.

Consumare latte e derivati, si sa, ha un impatto distruttivo a catena sull’ambiente, sugli animali (negli allevamenti vengono brutalmente metodicamente uccisi i vitellini  e, dopo cinque anni, le mucche stesse – http://www.holidogtimes.com/it/vitelli-pronti-a-nascere-gettati-tra-i-rifiuti-agonizzanti-nuova-inchiesta-in-un-macello-francese/#gs.IRq4_WM), per non parlare dell’effetto deleterio sulla salute dell’uomo.

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Il mito del latte anche se proveniente da allevamenti biologici non ha alcun fondamento scientifico: ogni bicchiere di latte di mucca col suo carico di 60 diversi ormoni e fattori di crescita, la caseina, il lattosio, la totale carenza di magnesio (essenziale per l’assorbimento del calcio che, comunque,  se si deposita e rimane nelle arterie, causa calcificazioni – Ryder KM et al, Magnesium intake from food and supplements is associated with bone mineral density in healthy older white subjects. J Am Geriatr Soc. 2005 Nov;53(11):1875-80. Pubmed 16274367), procura all’organismo acidosi metabolica che l’organismo umano compensa sottraendo calcio dalle ossa per il noto “sistema tampone” (Michaëlsson K, Wolk A, Langenskiöld S, Basu S, Warensjö Lemming E, Melhus H, Byberg L. “Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies.” BMJ. 2014 Oct 28;349:g6015: doi: 10.1136/bmj.g6015); inoltre può aumentare il rischio di cancro ovarico del 13%.

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Per questo motivo si sta diffondendo tra la gente una consapevolezza crescente sui reali effetti del latte di altre specie con un orientamento preciso verso  preziose fonti vegetali di calcio che non provocano acidosi metabolica, all’opposto, sono alcalinizzanti e aiutano la salute delle ossa: il latte di mandorla, il  latte di cocco e il latte di riso.

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Articolo: Dott.ssa Agr. Brigida Spataro e Dr.ssa Stefania Mangiapane

foto:pixabay.com

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